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lunedì 30 dicembre 2024 | ore 17:32

Il gelo del 'Burian', ma...

Il grande freddo arriva sull'Italia, ma che tempo ci sarà da noi?
Rubrica 'Meteo Sincero' - Il gelo del Burian

Su buona parte della costa adriatica già nevica, su molte altre zone d'Italia le temperature sono in picchiata. La grande massa d'aria gelida del 'Burian' siberiano sta raggiungendo l'Italia e gli effetti iniziano a farsi sentire. Un fenomeno che, soprattutto per il resto d'Europa, potrebbe essere storico visto il periodo tra febbraio e marzo e che sicuramente non lascerà indifferenti.
Ma cosa succederà da noi? "Noi verremo interessati solo di 'striscio' da questa grande perturbazione perchè protetti dalle Alpi e dalle condizioni meteo e solari della Pianura Padana - ci spiega Marcello Mazzoleni di Meteo Sincero - Minime fra 2 e 5°C da oggi a sabato, fra 1 e 4°C domenica, fra -1 e 2°C lunedì, fra -2 e 1°C martedì, fra -3 e 0°C mercoledì e fra -2 e 1°C giovedì; massime fra 7 e 10°C oggi, fra 6 e 9°C venerdì, fra 10 e 13°C sabato, fra 7 e 10°C domenica, fra 3 e 6°C lunedì, fra 4 e 7°C martedì e fra 6 e 9°C mercoledì e giovedì.
Come si può notare, nel picco della terribile ondata di gelo faremo minime persino superiori a quelle di ieri o l'altroieri e massime quattro o cinque gradi inferiori a quelle odierne. Certo: non farà caldo, ma é tutto febbraio che sta facendo freddo".

Ma per chi ha tempo... ecco un'altra spiegazione molto dettagliata del Centro Meteo Lombardo

UNA SIBERIA IN VACANZA
L’analisi che segue desidera fornirvi gli strumenti per poter comprendere ciò che potrà accadere da domenica 25 febbraio 2018 e nei giorni a seguire. Tenete presente che la migliore previsione meteo è quella che riuscite a ragionare con il vostro cervello, una volta chiariti i principi generali. Lasciate perdere le porno-icone colorate: mai come per questo episodio, da domenica in avanti, sarà necessario vivere il momento, riaggiornandosi con calma, un passo alla volta.

CHE COSA STA ACCADENDO

Immaginate una lavatrice senza oblò. Avviate la centrifuga e lanciate un mattone nel cestello (NON fatelo a casa!!): si aprano le danze. Il Vortice Polare, gigantesca giostra d’aria gelida in sede permanente alle altissime latitudini, sta per essere destabilizzato da una vigorosa iniezione d’aria mite in rotta verso i ghiacci del Polo Nord. Una pervicace pulsazione alto-pressoria, distesa in senso meridiano dal Marocco fin oltre le Isole Svalbard, affonderà come una lama nel cuore dell’Artico, ingozzandolo d’aria mite oceanica. Per tutta risposta il lobo orientale della circolazione polare, che stagionalmente staziona sulle sterminate lande siberiane, muoverà rapidamente verso il Vecchio Continente, scivolando in moto retrogrado (da est verso ovest).
E’ lo Scambio Meridiano per eccellenza, il più maestoso baratto naturale d’energia a cui l’Europa possa assistere. L’immagine allegata (fonte Meteocièl), che stima la temperatura delle masse d’aria di medio-bassa troposfera per la giornata di domenica prossima, è utile a localizzarne il palcoscenico e dimensionare la portata del fenomeno. Tinte viola scuro indicano masse d’aria di estrazione artico-continentale, in assoluto le più gelide che il nostro emisfero conosca.
Questa premessa potrà sembrarvi esagerata, ma non lo è affatto. Siamo davvero di fronte a una configurazione emisferica di assoluto rilievo, che capita di osservare poche volte in una vita intera. TUTTAVIA, ATTENZIONE! Non bisogna assolutamente confondere la portata dell’evento atmosferico in sé, senz’altro eccezionale sotto il profilo della Circolazione Generale, con quelli che invece possono essere gli effetti fenomenologici attesi nel giardinetto di casa nostra. Se una rondine non fa primavera, un Orso Polare non fa un 1956 bis. Anzi. Mentre abbiamo la (quasi) certezza che l’Europa Centrale vivrà una decina di giorni di inverno intenso, con estremi termici che probabilmente avvicineranno (e forse supereranno) i record storici di gelo per il periodo, non possiamo anticipare la stessa cosa per quanto riguarda il nostro territorio. Farà freddo, d’accordo, a tratti anche molto freddo per essere quasi marzo, ma gli scenari meteorologici osservabili al suolo, in Lombardia ed in generale in territorio italiano, saranno fortemente dipendenti da alcuni sottili dettagli, che decideranno se archiviare questo episodio come “storico” oppure relegarlo a “significativo per il periodo, ma non estremo”. Vediamo perché.

EFFETTI AL SUOLO: IPOTESI E CONDIZIONI
1) La distanza.
Il nostro Bel Paese, agli effetti, rappresenta il capolinea di questo Trans-Siberian Express. Trovandoci ai margini sud-occidentali del comparto euro-asiatico, siamo terra di frontiera tra le truppe siberiane ed il mite respiro del Mare Nostrum, alle porte dell’Atlantico. L’impulso anti-zonale in discesa dall’est Europa, per quanto possa essere intenso, difficilmente ha un’inerzia tale da coinvolgere in modo netto e diretto il nostro territorio, se non per quanto riguarda i versanti più esposti (rilievi confinali, regioni di nord-est, Adriatiche).
2) La traiettoria.
La Pianura Padana è quasi interamente circondata dalla catena alpina, barriera naturale di notevole imponenza. L’unico settore a cui espone il fianco è quello orientale: la “Porta della Bora”. Affinché le correnti gelide fino al suolo possano raggiungere le nostre pianure, è fondamentale che i venti nei bassi strati abbiano un orientamento il più possibile compatibile con l’orografia. Correnti eccessivamente settentrionali attivano deboli effetti favonici e comportano una minore ingerenza del freddo al suolo, almeno in un primo momento, relegando il gelo – almeno per la prima fase – nelle aree montuose. Una spinta eccessivamente occidentale del treno artico, inoltre, possibile in caso di parziale cedimento del ponte d’alta pressione di blocco nel vicino Atlantico, “rischia” di confinare la stragrande maggioranza dei gelo Oltralpe, con il Brennero a far da ponte verso il gigantesco freezer mitteleuropeo.
3) Il calendario.
Sono già trascorsi due mesi dal Solstizio d’Inverno. Il nostro sole non è più quello di inizio gennaio: scalda di più e per più ore. Questo fattore è estremamente importante, perché la presenza o meno di soleggiamento nelle ore diurne determina condizioni sensibilmente diverse. Pur in presenza di masse d’aria particolarmente gelide per la stagione, cieli totalmente sereni possono spingere le temperature pomeridiane al suolo di qualche grado sopra lo zero. Per questa ragione, a fini previsionali, diventa fondamentale prevedere le condizioni locali di nuvolosità.
Inoltre: l’assenza – ad oggi – di innevamento in bassa quota diminuisce l’albedo, ossia non consente al terreno di raffreddarsi in modo importante riflettendo i raggi solari.
4) l’incognita precipitazioni.
GELO NON SIGNIFICA NEVE! Lo sviluppo o meno di precipitazioni, in seno a una irruzione artico-continentale, è una tra le materie d’analisi più delicate, al punto da non consentire una previsione locale in tal senso se non con 24, massimo 36 ore d’anticipo, nella migliore delle ipotesi. Statisticamente, basandosi cioè sui casi analoghi del passato, è verosimile una fase perturbata debole (o molto debole) con qualche fiocco sparso proprio in concomitanza del primissimo ingresso dei venti freddi dai quadranti orientali, che ad oggi è atteso nel corso della giornata di domenica 25. Dopodiché l’incertezza regna sovrana, rendendo possibile tutto e il contrario di tutto. Va da sé che l’eventuale successiva attivazione di basse pressioni mediterranee, in grado di veicolare correnti umide in scorrimento sul Nord Italia, comporterebbe scenari abbastanza clamorosi per fine febbraio/inizio marzo. Diversamente, l’assenza di precipitazioni e l’abbondanza di soleggiamento potrebbe verosimilmente ammorbidire (e di parecchio!) l’impatto dell’episodio in esame ai nostri sensi. Parliamo tuttavia di ipotesi, nulla più.
TEMPISTICHE
L’ingresso dell’aria siberiana in territorio lombardo, con annesso crollo termico a prescindere dai dettagli del caso, non è atteso prima di domenica in giornata. Nel frattempo la nostra regione sarà parzialmente interessata da una circolazione depressionaria bassa, con fulcro in area tirrenica, foriera di nuvolosità più o meno compatta e di tre impulsi perturbati in successione, assai più generosi sulle medio-basse pianure orientali e molto meno per quanto riguarda le Alpi, che con queste correnti tendono a rimanere più asciutte.


Ad oggi, la tabella di marcia può essere riassunta come segue:
- giovedì 22 e venerdì 23 temperature stazionarie o in moderato calo nelle massime, stante la debole risalita di alcune precipitazioni sparse, nevose fino a quote collinari, che coinvolgeranno quasi esclusivamente le pianure lombarde centro-meridionali. Possibilità di fiocchi tra la pioggia nelle aree padane lombarde confinanti con l’Emilia e localmente anche in fascia pedemontana;
- tra venerdì sera e sabato 24 è atteso un impulso perturbato più significativo, in seno a una sciroccata che porterà precipitazioni sparse su buona parte della regione. Nella prima fase, nottetempo e fino all’alba di sabato, non è esclusa la comparsa di qualche fiocco misto a pioggia fino a bassa quota. Stante l’incertezza del profilo termico di bassa troposfera, sarà necessario riaggiornarsi in tal senso. Nel corso della giornata di sabato, tuttavia, l’ingresso più deciso di correnti sciroccali abbastanza miti determinerà un generale rialzo termico in regione, innalzando rapidamente la quota neve;
- domenica 25 sarà il Giorno Zero. Dapprima su Friuli-Venezia-Giulia e Veneto e crinali alpini di confine, quindi a seguire in tutta la Lombardia, le fredde correnti nord-orientali inizieranno a guadagnare via via terreno. E’ quindi atteso un generale calo termico a tutte le quote, con temperature che nella notte su lunedì si porteranno sotto lo zero anche al piano. L’eventuale fenomenologia locale associata (neve/vento), nonché la maggiore o minore intensità dell’avvezione, sarà tuttavia tracciabile non prima di venerdì sera.
Per il momento l’unico consiglio concreto che possiamo darvi riguarda il giardinaggio: per quanto possibile, sarà opportuno rinforzare la protezione delle piante più sensibili alle gelate notturne, specie quelle non autoctone o che presentano già segni evidenti di riattivazione vegetativa. Essendo ormai alle porte della primavera, non saranno giorni facili per loro.

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