Siamo così sicuri che dietro ai dazi di Trump non si nasconda una grandissima occasione per l’Europa soprattutto?
Il mandato del 47esimo Presidente degli Stati Uniti d’America comincia esattamente come da promesse ed illusioni elettorali. “Difenderemo i cittadini americani e rifaremo grande l’America”, predicava durante i suoi comizi, e così il Tycoon, dopo nemmeno un mese alla Casa Bianca, ha già cominciato a mettere in piedi tutte le tessere di un domino, che, a suo giudizio, sarà in grado di risollevare l’America. Aveva promesso, paventandoli con tono tanto minaccioso quanto imperialista, dazi all’importazione su decine e decine di codici tariffari e così è stato. continua... »
Un discorso all’insegna della Re-staurazione, così come conosciuta dall’Europa stessa nel 19° secolo, quando all’illuminismo seguì il Congresso di Vienna ed una fervente volontà di ritornare al passato.
È un discorso all’insegna del “Re-”. Trump si insedia alla Casa Bianca e giura come 47esimo Presidente degli Stati Uniti d’America, pronunciando un’orazione di poco meno di 3000 parole della durata di circa mezz’ora. È un discorso all’insegna della Re-staurazione, così come conosciuta dall’Europa stessa nel 19° secolo, quando all’illuminismo seguì il Congresso di Vienna ed una fervente volontà di ritornare al passato; ai successi trascorsi; alla grandezza sfiorita; al potere insuperabile. continua... »
L’arresto della giornalista italiana Cceilia Sala, che da anni racconta gli scenari più difficili per conto de “Il Foglio” e “Chora”, è un atto gravissimo.
La notizia ufficiale è del 27 dicembre, ma la realtà dei fatti è che Cecilia Sala, giornalista libera, è stata arrestata senza nessun capo di accusa il 19 dello stesso mese e rinchiusa nel carcere di Evin a circa 17km da Teheran. L’arresto della giornalista italiana, che da anni racconta gli scenari più difficili per conto de “Il Foglio” e “Chora”, è un atto gravissimo da parte di un regime, che per quanto contingente ha rimarcato ancora una volta la netta distinzione tra cos’è l’Occidente e che cosa l’Occidente deve combattere. continua... »
Fin dalla sua apertura, questa campagna elettorale per l’elezione del Presidente degli Stati Uniti d’America sembrava dover seguire una strada molto diritta, tinta di rosso (il colore dei repubblicani) e priva di deviazioni sostanziali verso un esito, quello della vittoria dell’ex Presidente Trump, piuttosto scontato.
Fin dalla sua apertura, questa campagna elettorale per l’elezione del Presidente degli Stati Uniti d’America sembrava dover seguire una strada molto diritta, tinta di rosso (il colore dei repubblicani) e priva di deviazioni sostanziali verso un esito, quello della vittoria dell’ex Presidente Trump, piuttosto scontato. E in effetti finché Biden ha mantenuto la sua candidatura in corsa per la nuova legislazione sembrava esserci poco che potesse riaprire le sorti di una delle tornate elettorali più importanti della storia recente. continua... »
I risultati delle elezioni inglesi di giovedì 4 luglio hanno premiato la visione politica di Keir Starmer e completamente sventrato il gruppo conservatore.
L’ultima volta di un laburista al 10 di Downing street era il 2010; era Gordon Brown e succedeva allo storico Primo Ministro labour, Tony Blair. Basterebbe questo per misurare l’importanza dei risultati delle elezioni inglesi di giovedì 4 luglio, i quali hanno premiato la visione politica di Keir Starmer e completamente sventrato il gruppo conservatore. La vittoria, a dir la verità, era piuttosto annunciata, ma è la distanza e la maniera con la quale si è concretizzata, che impone di non categorizzarla come semplice esito elettorale. continua... »
Il grido di libertà, che si è alzato in questi mesi dai cittadini georgiani non può essere ignorato, né tantomeno catalogato come semplice dialettica interna alla sovranità di uno stato. È un grido chiaro, forte e ben indirizzato: Putin non è il padrone della Georgia e i suoi cittadini sono liberi.
Com’era la Crimea nel 2014, oggi è, con le dovute proporzioni, la Georgia. Il grido di libertà, che si è alzato in questi mesi dai cittadini georgiani non può essere ignorato, né tantomeno catalogato come semplice dialettica interna alla sovranità di uno stato. È un grido chiaro, forte e ben indirizzato: Putin non è il padrone della Georgia e i suoi cittadini sono liberi. continua... »
Chiuse le urne e assegnati i seggi, è tempo di bilanci. L’esito di queste elezioni europee è stato, possiamo dirlo, per lo più quello atteso.
Chiuse le urne e assegnati i seggi, è tempo di bilanci. L’esito di queste elezioni europee è stato, possiamo dirlo, per lo più quello atteso nella maggior parte dei Paesi europei. Ad eccezion fatta degli exploit di Rassemblement National in Francia e di Alternativ für Deutschland in Germania, il risultato finale a livello di forze in campo è rimasto pressappoco invariato rispetto al precedente. Quello che sorprende, se possibile, è il fatto che, quasi fosse un anacronismo storico, per la prima volta si preannuncia instabilità politica in un Parlamento diverso da quello italiano. continua... »
Il caso che ha scosso la politica e la cronaca italiane nelle ultime settimane scoperchia una realtà preoccupante: non sarebbe bastato un semplice avviso di garanzia? Un caso di giustizialismo esagerato e quasi anticostituzionale.
Sono ancora nitide le immagini, passate gli scorsi giorni su ogni telegiornale, del Governatore della Regione Liguria, Giovanni Toti, scortato, manette ai polsi, dalla guardia di finanza verso la Procura di Genova dopo il bliz dalle Fiamme gialle martedì 7 maggio. Allo stesso modo è ancora fresca la notizia del suo fermo e della richiesta di arresti domiciliari avanzata dalla Direzione distrettuale antimafia con l’accusa di corruzione connessa ad alcune presunte tangenti ricevute negli anni passati. continua... »
Abbiamo anche noi un Don Chisciotte italiano, anzi, made in Italy. Si chiama Adolfo Urso...
Ricordate Don Chisciotte della Mancia, il celebre cavaliere protagonista del romanzo di Miguel de Cervantes noto per la sua iconica battaglia contro dei mulini a vento, erroneamente scambiati dal valoroso guerriero per minacciosi cavalieri che ne minacciano la vita con lunghe ed affilate braccia? Ecco oggi possiamo dire che, finalmente, abbiamo anche noi un Don Chisciotte italiano, anzi, made in Italy. Si chiama Adolfo Urso e, tra le altre cose, dovrebbe ricoprire la carica di Ministro delle Imprese e del Made in Italy. continua... »
Martedì 27 febbraio, la Fidal aveva comunicato ufficialmente al Presidente della World Athletics la disponibilità di Roma ad ospitare i campionati del mondo di atletica nel 2027. Nulla da fare. A nemmeno 120 ore dalla presentazione ufficiale, Roma ritira la propria candidatura, a causa del “No” del Governo allo stanziamento delle risorse necessarie.
Sono bastati 5 giorni e 84 milioni di euro, perché il governo italiano potesse misurarsi nell’ennesimo balletto con doppio salto all’indietro e figuraccia internazionale, dichiarando – in merito alla candidatura di Roma ad ospitare i mondiali di atletica nel 2027 – un sostanziale “i mondiali sì, ma non sul serio”. Traduzione per i non addetti. continua... »