Se la violenza subita da qualcuno diventa l’occasione, per rivendicare un ruolo sulla “scena”, non solo si è sceso il gradino che porta dall’ossessione, malata e schifosa di chi molesta, all’occasione, furba di rivedere il proprio nome sui giornali, ma si è superato il limite della decenza, in favore di un’isteria moralista e collettiva, che non nasconde nient’altro che l’ipocrita condanna ad un meccanismo ben noto e mai contestato dall’interno, anzi ben fruttuoso per chi ne ha usufruito, la quale violenta, per la seconda volta, l’onore di chi vittima la è stata per davv continua... »