Milano / Malpensa
La libertà non è negoziabile: riportiamo a casa Cecilia Sala
- 31/12/2024 - 12:27
- Attualità
- Cronaca
- Il bastian contrario
La notizia ufficiale è del 27 dicembre, ma la realtà dei fatti è che Cecilia Sala, giornalista libera, è stata arrestata senza nessun capo di accusa il 19 dello stesso mese e rinchiusa nel carcere di Evin a circa 17km da Teheran. L’arresto della giornalista italiana, che da anni racconta gli scenari più difficili per conto de “Il Foglio” e “Chora”, è un atto gravissimo da parte di un regime, che per quanto contingente ha rimarcato ancora una volta la netta distinzione tra cos’è l’Occidente e che cosa l’Occidente deve combattere. L’imperativo è d’obbligo, senza più nascondersi dietro vili giustificazioni o menzogne da equilibristi internazionali: l’Iran è solo uno dei nodi di un filo rosso che collega la Cina alla Russia, la Siria (ex ante Al Jolani – ora vedremo) al Libano, Hamas ad Hezbollah ed agli Huthi. Un filo rosso da spezzare, attraverso una lotta quotidiana non solo militare, ma culturale; sostenendo gli alleati sul terreno, primo tra tutti Israele, senza il quale oggi la Siria sarebbe ancora un satellite russo e il terrorismo di Hamas sarebbe pronto a colpire di nuovo, ma soprattutto non piegandosi alle misere dinamiche del terrore di questi paesi. Riportare a casa Cecilia Sala dev’essere la risposta unita dell’Occidente, per dimostrare che la nostra libertà vale più di ogni altra cosa. La nostra libertà, il vero obiettivo dell’Iran nell’arresto di Cecilia Sala, non è negoziabile e questo è il momento di dimostrarlo.
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