Milano / Malpensa
Il 40% di decessi in più
Una ferita profonda, una piaga che non si potrà rimarginare. Il 2020 in Italia ha registrato il più alto numero di decessi dalla fine della Seconda Guerra Mondiale (1945). Se in termini nazionali, fonti Istat, si parla di circa 70 mila morti in più (esattamente la cifra che avevamo per i decessi registrati Covid-19; ora, 14 gennaio, siamo già oltre a 80.000 complessivi), nella sola Lombardia vi è stata una crescita di 135.000 rispetto all’anno precedente. E la situazione locale non è, purtroppo, da meno. Quanti di noi, infatti, non hanno pianto almeno un amico o parente lo scorso anno? Volti, persone, non numeri, che non ci sono più e per molti dei quali non vi è stato nemmeno lo spazio per l’ultimo saluto con un funerale pubblico. “È stato un anno molto impegnativo e umanamente difficile - ci spiegano Stefano e Cristina Vergani delle omonime Onoranze Funebri - anche per noi non è stato semplice gestire così tanti decessi con modalità così difficili e senza permettere ai parenti il tempo del commiato e dell’ultimo saluto. Dai nostri dati emerge infatti che vi son stati quasi il 40% di decessi in più rispetto all’anno precedente. Alcuni nostri paesi han fatto giorni ad avere anche più di un morto al giorno”. Numeri davvero impressionanti: Inveruno è passato dai 97 decessi del 2019 ai 130 del 2020; Mesero da 30 a 49; Arluno da 84 a 124; Cuggiono da 54 a 119. “Il Giardino degli Angeli’ ha scelto di stare a fianco della comunità. Ha permesso a chi perdeva i suoi cari di seguire la benedizione tramite streaming Tv: un gesto per essere vicini, per dire addio seppure da lontano - spiegano Stefano e Cristian Vergani - Ha consentito a tutti di lasciare i loro pensieri d’affetto attraverso il portale ‘Necrologi Altomilanese’, e ha attivato (in collaborazione con ‘Il Filo di Perle’) un servizio di consulenza psicologica gratuita, per chi si trovava a fronteggiare l’isolamento o, peggio ancora, il dolore di una perdita, senza poter stringere la mano di chi amava. Questa sofferenza e questi impedimenti ci hanno fatto capire quanto è importante il lavoro che svolgiamo tutti i giorni e quali siano la forza e l’importanza di riuscire a salutare degnamente un proprio caro. La pandemia ci ha mostrato più che mai che poter dire addio a chi amiamo non è scontato: è un prezioso dono che la vita ci fa”. Un anno duro e difficile, perchè oltre alle morti per Covid-19 ha visto mancare anche tanti, a volte giovani, con altre patologie. Per tutti occorrerà trovare il tempo di fermarsi, ricordarli, testimoniarli. Abbiamo perso una parte importante delle nostre comunità ed è doveroso non dimenticarlo.
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