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lunedì 23 dicembre 2024 | ore 06:14

Solidarietà decanale a Sermide

Territorio - Pellegrinaggio a Sermide (Mantova)

La solidarietà è un elemento imprescindibile per ogni comunità cristiana, ancor più quando a chiedere aiuto è un fratello o una sorella in difficoltà. Il terremoto della scorsa primavera in Emilia non poteva di certo lasciare indifferenti le comunità del nostro territorio e così, per volere dei parroci del decanato di Castano Primo, è partita una gara di solidarietà per organizzare iniziative e raccolte fondi da destinare a specifici progetti a Sermide (Mantova).
La prossima domenica 20 gennaio è così in programma un pellegrinaggio delle parrocchie del decanato per andare a portare con mano i sacrifici e le offerte raccolte: oltre 20.000 provenienti dalla rinunce dell'avvento, così come da mercatini e venditi specifiche. Per tutti coloro che volessero partecipare segnaliamo il programma della giornata: partenza alle 7, pranzo di condivisione, pomeriggio con visita e testimonianze delle zone colpite dal sisma, rientro in serata. Il costo di partecipazione è di 20 euro, informazioni presso la propria parrocchia.

Lettera del parroco di Sermide (Mantova)
Carissimi,
anzitutto, anche a nome dei miei due giovani confratelli che vivono con me e della nostra gente, un grazie di cuore perché avete scelto di aiutarci. Insieme gestiamo un' unità pastorale che si chiama "La Riviera del Po" perché le parrocchie che la costituiscono sono allineate, per circa 22 km, lungo l'argine maestro del grande fiume che qui da sempre ha accompagnato le vicende di queste terre. Siamo nella punta estrema della Lombardia al confine con l'Emilia e il Veneto e la distanza da Mantova è di circa 65 km. Il terremoto del maggio scorso ha reso inagibili tutte le nostre chiese e buona parte delle strutture pastorali. Abbiamo cercato, pur in questa situazione, di non arrenderci e di continuare ad essere Chiesa che cerca di annunciare e di vivere il Vangelo. Con stupore si sono scoperte alcune cose che in queste settimane abbiamo condiviso con la nostra gente e, attraverso questo scritto, anche con voi. Le nostre liturgie sono molto essenziali perché non possiamo fare diversamente, ma si sono arricchite di molta umanità. L'andare a celebrare in luoghi pubblici (come una sala messaci a disposizione dal comune, o presso un circolo ricreativo, o sotto le piante mentre altri passano in bicicletta fermandosi a vedere quello che capita) ci ha provocati ad essere una chiesa aperta, conscia che il mondo la guarda.
Certo le chiese mancano, soprattutto a noi preti, ma anche alla gente che non è assidua alla Messa domenicale e che ci dice che ha nostalgia delle campane che non possiamo suonare. Ci apprestiamo, così a vivere il nostro primo Natale da terremotati. Tra le diverse strutture che sono inagibili c’è il centro d'ascolto della Caritas che da qualche anno si trova nella casa canonica di Moglia di Sermide. La comunità è di circa 1.000 abitanti.
Dal 2003, con la configurazione dell’unità pastorale, in questo edificio non abita più il parroco stabilmente.
Dal 2006 qui si trova il centro d'ascolto che funziona due giorni la settimana: uno per l'ascolto e l'altro per la distribuzione degli alimenti. Nell'ultimo anno abbiamo constatato che si rivolgono a noi non solo gli extracomunitari, ma anche le nostre famiglie che faticano sempre più ad arrivare alla fine del mese. Con il terremoto il servizio è sospeso anche se cerchiamo di mantenere i contatti con le persone che si rivolgevano a noi. Il progetto di recupero che è stato mandato ai preti del vostro decanato, illustra nei dettagli il lavoro di recupero che necessita anche del rifacimento del tetto perché le scosse hanno compromesso la trave principale e alcuni travetti di sostegno. I locali a piano terra serviranno alla Caritas, mentre al primo piano, dove sono più evidenti le crepe, si vorrebbe stabilire il centro missionario che coinvolge alcuni giovani della nostra unità pastorale. Mentre vi rinnovo il nostro grazie per quanto riuscirete a fare per noi, vi auguro un buon cammino verso il Natale di Gesù. Vi abbraccio tutti, di cuore.
don Renato

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