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domenica 22 dicembre 2024 | ore 04:02

Una ‘discarica’ di responsabilità

Attualità - Discarica

Si è detto e ripetuto che lo spettacolo offerto in questi giorni dal ‘caos’ rifiuti a Napoli sia il peggior biglietto da visita possibile per il nostro Paese. Tutto vero, o quasi. E’ sicuramente un problema grave, disastroso a livello ambientale e di salute pubblica, che provoca ripercussioni a medio e a lungo termine. Se vi è un solo, piccolo e parziale, aspetto positivo in questa vicenda è il momento in cui si è scatenata l’emergenza: se tutto questo fosse avvenuto in estate, col caldo e l’umidità, il rischio di diffusione di malattie infettive sarebbe cresciuto esponenzialmente. Ma torniamo alla vicenda vera e propria: da oltre due settimane le strade di Napoli e della Campania sono letteralmente invase dai rifiuti, mentre alcuni manifestanti difendono strenuamente i terreni vicino alle loro abitazioni dalla riapertura di siti chiusi ormai da anni. Nel caso più noto di ‘Pianura’ si tratta di un’immensa discarica che nel corso dei decenni ha accolto materiale, anche altamente tossico (come dimostrano i dati inerenti ai casi di tumore e leucemie, ndr), proveniente da tutta Italia. Il vero problema è che la Campania è l’unica regione in cui non vi sia nemmeno un termovalorizzatore (o inceneritore) che smaltisca tutto ciò che non finisce nella raccolta differenziata. Questi problemi non sono però così ‘improvvisi’ come alcuni cercano di far credere: anni ed anni di accumulo, senza interventi strutturali e senza lotta alla criminalità portano necessariamente a situazioni di degrado. Nei nostri paesi, un esempio simile a quanto sta avvenendo ora in Campania ha riguardato Buscate circa dieci anni or sono: i cittadini e l’Amministrazione (dimettendosi fino alla nomina di un commissario) si impuntarono e lottarono finchè non venne scongiurato il pericolo dell’apertura di una discarica nella cava di Sant’Antonio cittadina. La popolazione giustamente reclama sicurezza ambientale e in termini di salute, ma sono le istituzioni che devono trovare la ‘quadratura del cerchio’ portando e proponendo alternative. Da noi è stato creato il termovalorizzatore di Borsano che, con il progressivo aumento del riciclaggio, accoglie oggi anche rifiuti da altre provincie. Accontentare tutti è difficile, però è doveroso (anzi ‘sarebbe’) che chi viene eletto dai cittadini, se non trova soluzioni, si dimetta.

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