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Il Lucomagno fino a Sant'Agostino

Nel progetto di valorizzazione della Via Francisca, nove realtà private e 50 enti si sono uniti per rendere fruibili i 135 km di cammino.
Territorio - La carta del pellegrino per la via del Lucomagno

Si passa la frontiera con la Svizzera sul lago di Lugano, e da lì a Lavena Ponte Tresa (VA) si parte per Pavia. Sono i 135 km della Via Francisca del Lucomagno per i quali è stato individuato anche il “sigillo” di chiusura: il Testimonium, documento che certifica il compimento del cammino, sarà rilasciato alla basilica di San Pietro in Ciel d’Oro. La tomba di Sant’Agostino è il suggello a quello che è un cammino storico che sta conquistando sempre più pellegrini. «Solamente quest’anno contiamo oltre 700 persone che hanno percorso il cammino. L’obiettivo è fare della Via Francisca del Lucomagno un tassello importante nelle rete dei cammini storici in Italia e in Europa», osserva Ferruccio Maruca, segretario del Tavolo di Coordinamento del progetto per la valorizzazione della Via, promosso in collaborazione con la Regione Lombardia e la Provincia di Varese, Milano, Pavia e tutti i comuni interessati dal percorso, e sostenuto dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale di Regione Lombardia - POR FESR 2014-2020.

«Il Testimonium è un elemento storicamente molto importante perché, nella tradizione, permetteva al pellegrino di dimostrare al suo ritorno a casa di aver compiuto il pellegrinaggio sciogliendo così il voto. Oggi è il suggello di un percorso che il camminatore intraprende per i motivi più diversi. Camminare può essere un mettersi alla prova fisicamente, può rappresentare un viaggio spirituale, ma anche un’esperienza culturale e ambientale, nonché conoscere territori e persone. È avere un punto di partenza e muoversi verso una meta, percorrere a piedi una via immergendosi nella sua storia e nelle sue tradizioni».
Nel progetto di valorizzazione della Via Francisca, nove realtà private e 50 enti si sono uniti per rendere fruibili i 135 km di cammino. «Non si tratta solamente di mappare e segnalare accuratamente tutto il percorso, ma anche attivare servizi affinché la Via sia percorribile dai pellegrini», prosegue Maruca. Questo significa «attivare strutture di accoglienza che, a prezzi calmierati, possano ospitare quanti sono in possesso delle credenziali. L’accoglienza però deve essere vista ad ampio spettro in modo tale che sia un intero territorio, accomunato dalla Via Francisca, ad aprirsi al pellegrino».
Tre gli elementi fondamentali per rendere un cammino storico fruibile: «Il tracciato, e questo con il progetto di valorizzazione della Via è stato completato», aggiunge. «L’accoglienza, tema sul quale stiamo lavorando per ampliare sempre più la rete; la comunicazione, quella digitale con il sito www.laviafrancisca.org e le pagine social attivate sui canali facebook e instagram, e quella più tradizionale con la guida che sarà presentata nel prossimo mese di marzo in occasione della fiera Fa’ la cosa giusta».

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