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domenica 24 novembre 2024 | ore 00:01

"Insultati mentre salvavamo una vita"

Magenta - Ospedale Fornaroli

Una vicenda, ancora non del tutto chiara, ma che di certo lascia il margine per alcune riflessioni. Sì perchè molto spesso capita che, per partito preso o luogo comune, ci si arrabbi o si critichi senza giusto motivo. E la sanità non ne è immune. Anzi. Ma l’episodio, avvenuto lo scorso 29 settembre presso l’atrio CUP dell’Ospedale Fornaroli di Magenta, lascia quanto meno perplessi. Erano circa le 12.17 quando, tra le persone che abitualmente si recano nella struttura ospedaliera magentina, per prenotazioni o ritiro esami, un signore veniva colto da infarto andando in arresto cardiaco. Come da prassi, trattandosi di un episodio interno all’azienda, possono intervenire direttamente medici ed infermieri ospedalieri. Sul posto, una signora presente aveva già avviato le manovre di pronto intervento. “Non appena ci hanno avvisati siamo corsi sul posto con due infermieri dal Pronto Soccorso, un infermiere e un medico da Rianimazione - ci spiega un appartenente al personale ospedaliero che preferiamo mantenere anonimo - vista la situazione ed il ruolo che ricopriamo il nostro unico pensiero era salvare la vita all’uomo ma...” E qui qualcosa non va come dovrebbe, perchè invece che agevolare le operazioni di soccorso, stando a racconti e testimonianze di alcuni presenti, la maggior parte delle persone inizia ad inveire ed insultare il personale sanitario. “Avevano un’ostilità incredibile verso di noi - commentano - una cosa da non credere, ci urlavano ‘bastardi, muovetevi, dove eravate finiti?, fate il vostro lavoro, ecc. con molta cattiveria. Ma la cosa più sorpredente è che quasi tutti (circa una quarantina di persone) erano lì a insultare e criticare mentre facevamo il nostro lavoro”. L’uomo, per fortuna, si è salvato, ma per chi opera in Ospedale è tanto il rammarico rimasto. “Non serve sottolinearlo, ma erano tutti italiani - commentano - mi dispiace con quali pregiudizi e critiche la gente possa concepire il nostro operato. La priorità non era rispondere agli insulti ma salvare la vita al paziente”. Ai carabinieri è comunque stata formalizzata una denuncia per oltraggio.

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L'alchimia della comunicazione politica

Caro Direttore, il tuo racconto di quanto accaduto mi addolora, ma non mi sorprende. Credo che questo episodio, avvenuto nella tranquilla Magenta, sia uno dei tantissimi indicatori sociali che urlano a squarcia gola: attenzione, la pentola a pressione sta per esplodere perché la valvola di sfogo è impazzita!
Nell'animo di tutti noi c'è la consapevolezza che da troppi anni, troppi, il nostro domani e quello dei nostri figli sarà sempre peggio dell'oggi.
Il primo ad averlo capito è stata la nostra classe dirigente, politica e istituzionale, con i poteri collaterali associati (stampa & c).
E da loro, consapevolmente o meno, è partita la campagna del divide et impera (dividi il popolo e comandalo).
Il primo significativo passo in questa direzione è stato mosso ai tempi del Ministro delle finanze Visco.
Venne lanciata la campagna contro gli evasori fiscali.
Quella volta il tam tam mediatico, però, suonò così, "se voi cittadini avete pochi servizi sociali, poche infrastrutture, difficoltà economiche, ecc.. " è colpa del vostro vicino di casa che non paga le tasse.
Del negoziante che non fa gli scontrini e del barista che si prende l'euro del caffè in nero.".
Il meccanismo di mettere il cittadino contro il cittadino, innescando la cultura del sospetto e alimentando quella dell'invidia e della rabbia sociale contro chi ha di più, è stata a dir poco devastante.
Quel messaggio governativo, grazie alla stampa fedele nei secoli a qualsiasi gruppo politico di potere, purtroppo, arrivò ai cittadini forte e chiaro.
Questa tecnica comunicativa del mettere cittadino contro cittadino, e non più il cittadino con il cittadino contro il potere centrale, ha funzionato benissimo.
Certamente ad esclusivo vantaggio dei gestori del potere, i quali hanno così dirottato altrove la rabbia del popolo.
Questa logica comunicativa di successo (per loro) è stata poi riproposta per ogni situazione scomoda ai governanti di turno.
Non c'è lavoro?
È colpa degli industriali che non investono e che portano all'estero le loro aziende.
Le scuole non funzionano?
È a causa degli insegnanti del sud impreparati; e in generale dei dipendenti pubblici che non hanno voglia di lavorare.
Mancano le infrastrutture sociali o sono fatiscenti?
È colpa dei corrotti e dei corruttori.
E ancora, a spostare la valvola di sfogo della pentola a pressione sociale verso noi stessi popolani, all'occorrenza, e a seconda delle specifiche circostanze, vengono tirati in ballo sia la Mafia sia le costrizioni che siamo costretti a subire dall'Europa.
Ovviamente, concludendo, se la sanità funziona male; se ci sono le code; se le liste d'attesa sono troppo lunghe, oppure se...
la colpa è del personale sanitario.
Ed ecco, quindi, perché i cittadini più ignoranti, maleducati, impauriti e disperati si sentano legittimati ad insultarlo ed aggredirlo.
Ettore Politi

Inviato da Ettore Politi

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