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giovedì 26 dicembre 2024 | ore 04:11

L'alchimia della comunicazione politica

Caro Direttore, il tuo racconto di quanto accaduto mi addolora, ma non mi sorprende. Credo che questo episodio, avvenuto nella tranquilla Magenta, sia uno dei tantissimi indicatori sociali che urlano a squarcia gola: attenzione, la pentola a pressione sta per esplodere perché la valvola di sfogo è impazzita!
Nell'animo di tutti noi c'è la consapevolezza che da troppi anni, troppi, il nostro domani e quello dei nostri figli sarà sempre peggio dell'oggi.
Il primo ad averlo capito è stata la nostra classe dirigente, politica e istituzionale, con i poteri collaterali associati (stampa & c).
E da loro, consapevolmente o meno, è partita la campagna del divide et impera (dividi il popolo e comandalo).
Il primo significativo passo in questa direzione è stato mosso ai tempi del Ministro delle finanze Visco.
Venne lanciata la campagna contro gli evasori fiscali.
Quella volta il tam tam mediatico, però, suonò così, "se voi cittadini avete pochi servizi sociali, poche infrastrutture, difficoltà economiche, ecc.. " è colpa del vostro vicino di casa che non paga le tasse.
Del negoziante che non fa gli scontrini e del barista che si prende l'euro del caffè in nero.".
Il meccanismo di mettere il cittadino contro il cittadino, innescando la cultura del sospetto e alimentando quella dell'invidia e della rabbia sociale contro chi ha di più, è stata a dir poco devastante.
Quel messaggio governativo, grazie alla stampa fedele nei secoli a qualsiasi gruppo politico di potere, purtroppo, arrivò ai cittadini forte e chiaro.
Questa tecnica comunicativa del mettere cittadino contro cittadino, e non più il cittadino con il cittadino contro il potere centrale, ha funzionato benissimo.
Certamente ad esclusivo vantaggio dei gestori del potere, i quali hanno così dirottato altrove la rabbia del popolo.
Questa logica comunicativa di successo (per loro) è stata poi riproposta per ogni situazione scomoda ai governanti di turno.
Non c'è lavoro?
È colpa degli industriali che non investono e che portano all'estero le loro aziende.
Le scuole non funzionano?
È a causa degli insegnanti del sud impreparati; e in generale dei dipendenti pubblici che non hanno voglia di lavorare.
Mancano le infrastrutture sociali o sono fatiscenti?
È colpa dei corrotti e dei corruttori.
E ancora, a spostare la valvola di sfogo della pentola a pressione sociale verso noi stessi popolani, all'occorrenza, e a seconda delle specifiche circostanze, vengono tirati in ballo sia la Mafia sia le costrizioni che siamo costretti a subire dall'Europa.
Ovviamente, concludendo, se la sanità funziona male; se ci sono le code; se le liste d'attesa sono troppo lunghe, oppure se...
la colpa è del personale sanitario.
Ed ecco, quindi, perché i cittadini più ignoranti, maleducati, impauriti e disperati si sentano legittimati ad insultarlo ed aggredirlo.
Ettore Politi

Inviato da Ettore Politi

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