Milano / Malpensa
Rocco Ronchi e le neo lingue
Rocco Ronchi al teatro lirico di Magenta. Celebre filosofo nonché studioso del linguaggio e della sua evoluzione nel mondo contemporaneo. Cos’è il linguaggio oggi? Come si è evoluto? Cosa è mutato? Si può forse disquisire dell’avvento di neo-lingue totalitarie (per citare George Orwell)? Si sta assistendo ad un’automatizzazione del linguaggio? Molti quesiti e di non semplice responso. Tuttavia, proprio queste sono le questioni che pone dinnanzi a ciascuno il mondo di oggi. Basti guardare alla lingua quotidiana: quante le parole inutilizzate, quale la scarsità deplorevole del linguaggio e ancora, quanti i termini decaduti nel baratro della dimenticanza e sovrastati da suoni abbreviati e scarni che oggi invadono letteralmente i dialoghi dei giovani e non solo, in particolare sui social networks. Partendo dalla considerazione per cui il linguaggio è la proto-tecnica tra le tecniche, ciò non impedisce la possibilità che venga mutato; appare proprio tale la realtà a cui oggi si sta assistendo, come ha sostenuto Ronchi, un’assoluta riforma del linguaggio. Non esistono margini di indeterminazione, tutto nel linguaggio appare meccanicistico ed automatizzato; a questo punto la comunicazione stessa, come sosteneva il filosofo Gilles Deleuze, diviene parola d’ordine e non semplicemente una trasmissione di messaggi. Ciò porta ad un linguaggio che permette di distinguere l’amico dal nemico, il buono e l’antagonista; viene dunque a crearsi un linguaggio fortemente politicizzato. Si pensi al fascismo, al nazismo, ai gruppi terroristici odierni; ebbene, ognuno di essi ha un proprio codice di linguaggio fondato su parole d’ordine, immediato e propagandistico. Senza tuttavia giungere a questi estremismi, anche nella società attuale si sta indubbiamente assistendo ad una riforma linguistica, la cui fonte appare un’eccessiva ed incessante banalizzazione del linguaggio, soprattutto tra le nuove generazioni, abituati ad una lingua diretta, semplice e, verrebbe da dire, quasi onomatopeica. In ultima analisi, si nota però un elemento di congiunzione in tutti questi fenomeni di modificazione linguistica: una trasformazione sistematica del linguaggio, così fecero i regimi totalitari ed in questo modo sta facendo la società odierna. Come sarà il cambiamento? L’influenza sull’indiscussa complicazione e bellezza della lingua italiana saranno negativi o funzionali? Anche in questo caso sarebbero molti i quesiti, ma non resta che attendere la conseguenza di questo fenomeno che ciclicamente travolge la società odierna.
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