Milano / Malpensa
'Ragazzi oltre il muro'
Ti manca l’aria quando entri per la prima volta in una galera. Basta un passo, oltre la riga gialla che delimita la porta carraia, e si entra in contatto con una realtà sconosciuta, un mondo di cui si aveva solo sentito parlare. I primi passi sono pesanti, ci si muove come in altitudine, in una sorta di galleggiamento mentale che porta a sforzi interiori intensi. Si cercano di capire quelle facce ‘sporche’ che incrociano i nostri sguardi curiosi e intimiditi. Volti estraniati e persi nel vuoto. Teste abbassate, mutismi forzati e figure umane che vagano in spazi limitati da confini artificiali. Non è facile guardare i loro musi, ci si sente invadenti, irrispettosi. O forse, lavandosi la mente dai pregiudizi, solo e semplicemente curiosi. Il carcere lo puoi frequentare per tanto tempo e a un certo punto pensare persino di conoscerlo. Non è così, quel mondo non lo capirai mai. Se non ci sei dentro”. Così, Giovanni Mereghetti, noto fotografo, ci descrive la sua esperienza per il progetto fotografico ‘Ragazzi oltre il muro’. Ben 36 opere sono ora esposte (dal 6 marzo al 10 aprile), presso il Palazzo Leone da Perego a Legnano in occasione del ‘Festival Fotografico Europeo’. E’ l’unica mostra sociale che rientra nella rassegna: “Ogni servizio parte dal vissuto - ci spiega - qui ritorno a ciò che ho imparato in gioventù, in cui c’è un mondo A che prevale sempre su quello di serie B. La mia scelta fotografica del bianco e nero non è casuale, ma anzi vuole andare al cuore del contenuto, togliendo ogni distrazione allo spettatore”. Ma come è stata vissuta questa esperienza? “E’ davvero incredibilmente forte - ci racconta - io e mio figlio Hermes ci abbiamo messo anni per poter avere le autorizzazioni per entrare al carcere di Bollate. Ai carcerati incontrati abbiamo chiesto di descriversi con tre aggettivi, quelle ‘rappresentazioni’ abbiamo cercato di riportarle nello scatto e tramandarle a chi le vede. Sono storie anche dure che fanno male e lasciano molto a pensare”. Che sensazioni lascia ciò che avete vissuto? “Anime prigioniere in un mondo di balordi e malandrini. Frammenti di società generata a scacchiera e priva di un ordine logico. Occhi sbarrati che fissano il niente. Pupille rassegnate ingrassate da umide lacrime. E’ facile sbagliare, difficile è poi pagare il conto che l’oste ci presenta”.
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