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sabato 23 novembre 2024 | ore 05:15

Da Barolo a Courmayeur... di corsa

Massimiliano Pandini di corsa da Barolo a Courmayeur. Una gara e grandi emozioni. Un altra impresa per sostenere Niccolò, costretto da sempre a vivere su una sedia a rotelle.
Territorio / Storie - Massimiliano Pandini

I giorni dopo, inevitabilmente, sono di stanchezza e riposo, ma con la testa e il cuore sempre là, al percorso e alle diverse zone attraversate. Le emozioni, insomma, si mischiano con ogni singolo istante e con i ricordi (tanti, tantissimi) e, in fondo, altrimenti non potrebbe essere, perché l'appuntamento appena vissuto per Massimiliano Pandini (di Castelletto di Cuggiono e titolare di un'erboristeria a Turbigo) è qualcosa che resterà per sempre stampato nella sua memoria. Da Barolo a Courmayeur, infatti, 560 chilometri e 10.000 metri di dislivello tutti a piedi e senza assistenza. "Una corsa che mi ha regalato sensazioni uniche e straordinarie - racconta - Era importante portarla a termine, visto che, come per qualsiasi gara a cui ho partecipato negli anni e parteciperò in futuro, anche stavolta con me sono venuti simbolicamente Niccolò e ‘Azione seiaprileduemila’, l’associazione nata, partendo dalla sua data di nascita, proprio per volontà della famiglia del giovane, costretto da sempre a vivere su una sedia a rotelle (non si muove, non è in grado di leggere, scrivere o parlare, a causa di una paralisi cerebrale per anossia perinatale)". E di nuovo, allora, eccolo, dopo 6 giorni, 23 ore e 33 minuti (il tempo massimo di percorrenza era di 8 giorni) arrivare alla fine. "E' stata dura - continua - Di gare estreme ne ho fatte diverse nel tempo, però questa per molti aspetti è stata la più complessa. Non è semplice, perché sei da solo a percorrere lunghi tratti su strade secondarie oppure sterrate o ancora la difficoltà di trovare un posto dove dormire un po' e riposarti. Certo, la tenuta fisica era importante e fondamentale, ma doveva andare di pari passo con la testa. Le immagini che passavano nella mente erano numerose, diciamo che io ho cercato di concentrarmi sempre sulle cose positive e belle, per dimenticarmi la fatica. Ho pensato alla mia famiglia, che mi aspettava al traguardo; quindi, a Niccolò che era come se fosse lì con me e, poi, una grossa mano me l'hanno data le persone che ho incontrato nel tragitto e che mi hanno fatto sentire il loro affetto e calore. Un'esperienza bellissima che mi ha regalato grandi emozioni".

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