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Prevenire i tumori, proteggere l'ambiente

Cosa ha a che fare la prevenzione dei tumori a tavola con la salute dell’ambiente? Secondo i risultati di uno studio i cui risultati sono stati pubblicati a ottobre 2021 sulla rivista Lancet Planetary Health, il legame è piuttosto forte.
Salute / Attualità - Ambiente e tumori

Cosa ha a che fare la prevenzione dei tumori a tavola con la salute dell’ambiente? Secondo i risultati di uno studio i cui risultati sono stati pubblicati a ottobre 2021 sulla rivista Lancet Planetary Health, il legame è piuttosto forte, più di quanto potremmo pensare. “Le modifiche dei sistemi alimentari negli ultimi 50 anni hanno contribuito a un cambiamento nutrizionale. Il conseguente aumento dell’obesità e delle malattie non trasmissibili (inclusi tumori, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari) ha dato il via a una vera e propria crisi globale” spiegano gli autori, che poi aggiungono: “La produzione di cibo lascia inoltre una grande ‘impronta’ ambientale: aumenta le emissioni di gas serra, l’uso di acqua e di suolo e contribuisce al degrado dell’ambiente”. La ricerca fa parte dello studio EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition), iniziato negli anni Novanta del secolo scorso e in parte sostenuto anche da Fondazione AIRC. I ricercatori che collaborano a EPIC ancora oggi seguono oltre 500.000 persone in 10 paesi europei, alla ricerca di nuovi possibili legami tra nutrizione, cancro e, da oggi, anche la salute del pianeta. Lo sguardo nuovo della ricerca - Il legame tra dieta e cancro è noto da molti anni. Le stime mostrano che il 30-40 per cento circa dei tumori potrebbe essere prevenuto grazie a una alimentazione varia ed equilibrata, accompagnata da abitudini e comportamenti salutari, come non fumare ed evitare la sedentarietà. Altrettanto noto è l’impatto della filiera alimentare (dalla produzione al consumo degli alimenti) sull’ambiente che ci circonda: l’agricoltura, in particolare quella dedicata ad alimentare il bestiame degli allevamenti, è responsabile di una grande percentuale delle emissioni di gas serra (fino al 25 per cento circa), del 70 per cento circa dell’uso di acqua e si estende per oltre un terzo delle terre coltivabili. Solo pochi studi hanno però provato a mettere insieme le due cose, indagando l’impatto del cibo e dei sistemi alimentari sulla salute umana e su quella ambientale allo stesso tempo. Lo hanno fatto qualche anno fa i ricercatori della Eat-Lancet Commission, arrivando a definire una dieta per la salute planetaria, ovvero un regime alimentare di riferimento per arrivare a proteggere la salute sia umana sia dell’ambiente. La dieta per la salute planetaria prevede di consumare prevalentemente alimenti di origine vegetale, quindi frutta, verdura, legumi e frutta secca. Possono essere presenti nel piatto anche proteine di origine animale (per esempio provenienti da carne e latticini) ma in proporzione molto minore rispetto a quelle vegetali. Infine, ma non certo meno importante, bisogna fare attenzione alle quantità: il fabbisogno di calorie giornaliero dipende da diversi parametri, come età, genere e attività fisica praticata, ma in generale si raccomanda per gli adulti di non superare le 2.500 chilocalorie al giorno, sempre ricordando che mangiare troppo porta a pericolosi incrementi di peso e a produzione eccessiva di cibo, che spesso genera sprechi inutili e dannosi per l’ambiente. Poche regole, buone per tutti - La buona notizia è che queste stesse regole valgono anche per ridurre il rischio di ammalarsi di tumore e rispecchiano in modo quasi perfetto le raccomandazioni del World Cancer Research Fund (WCRF) per la prevenzione oncologica: mantenere il peso nella norma, prediligere una dieta a base vegetale, ridurre carne, insaccati, bevande zuccherate e alcol (con invito a eliminare del tutto alcuni di questi componenti dalla dieta, come gli insaccati o l’alcol). I numeri emersi dall’analisi di questa parte dello studio EPIC possono dunque costituire un ulteriore stimolo a scegliere una dieta sana per esseri umani e ambiente. Maggiori livelli di gas serra e di consumo di suolo sono infatti legati a tassi più elevati di tumori. Aderendo alle raccomandazioni della dieta EAT-Lancet, secondo i ricercatori sarebbe possibile prevenire dal 19 al 63 per cento dei decessi e dal 10 al 39 per cento dei tumori in un periodo di rischio di 20 anni. E l’ambiente? Aderendo alle raccomandazioni della dieta EAT-Lancet in modo preciso, le emissioni di gas serra legate alla produzione di cibo potrebbero dimezzarsi e il consumo di suolo potrebbe ridursi anche del 62 per cento. Le ricerche dicono quindi che la sfida per la salute umana e ambientale è una sola e che le nostre scelte quotidiane (anche a tavola) sono fondamentali per vincerla.

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