Milano / Malpensa
Esercitazione per un evento epidemico
All’Ospedale di Legnano un'esercitazione pratica di un evento epidemico in attuazione del piano pandemico aziendale, sulla base delle indicazioni e prescrizioni regionali e nazionali. L’evento, coordinato dalla Direzione Sanitaria, ha coinvolto un team di 70 persone fra medici, infermieri e operatori sanitari, figuranti, valutatori e osservatori.
“Questa esercitazione è molto importante perché fornisce un’opportunità preziosa – spiega il Direttore Generale dell’ASST Ovest Milanese, Francesco Laurelli - per testare, valutare e potenziare la risposta delle nostre strutture di fronte a un’emergenza pandemica, garantendo un alto livello di preparazione e protezione per tutti gli interessati: cittadini, pazienti e operatori sanitari”.
“Abbiamo deciso di testare sul campo – sottolinea il Direttore Amministrativo, Maria Luigia Barone – quello che di solito si studia a livello teorico. Le persone coinvolte a livello pratico nell’esercitazione sono rappresentate da tutti gli operatori di unità operativa, clinica e diagnostica. Sono stati seguiti da un team di “valutatori” che avranno il delicato compito di studiare nel dettaglio lo svolgimento della simulazione al fine di evidenziare e correggere eventuali elementi critici”.
“Durante questa simulazione – aggiunge il Direttore Sanitario, Valentino Lembo – tutti i servizi dell’ospedale sono stati garantiti o, addirittura, rafforzati affinché l’attività ordinaria mantenesse un elevato livello di qualità nella cura, nella gestione dei pazienti reali in ospedale e nella presa in carico dei cittadini provenienti dell’esterno. Abbiamo strutturato i percorsi dell’esercitazione in modo del tutto indipendente rispetto alla normale gestione dei pazienti”
“Uno degli elementi rilevanti di questa esercitazione – conclude il Direttore Socio Sanitario, Giovanni Guizzetti – riguarda il coinvolgimento dell’area territoriale, attraverso l’assistenza e il monitoraggio dei pazienti dimessi dai reparti dell’ospedale e dei cittadini che manifestano sintomatologie compatibili con l’epidemia ma non necessitano di un ricovero immediato. La correlazione sinergica ospedale-territorio ha trovato una sua applicazione effettiva anche in questo frangente”.
All’inizio di un periodo influenzale, si verifica un aumento improvviso dei casi di un nuovo ceppo influenzale altamente contagioso, virulento e diffusivo, denominato “Influenza H5N1”. Il virus mostra un tasso di contagio elevato e sintomi che variano da lievi a gravi. Le autorità sanitarie locali hanno emesso linee guida stringenti per il contenimento del virus, che includono misure di distanziamento sociale, uso obbligatorio di mascherine e potenziale chiusura delle attività non essenziali.
In pronto soccorso arrivano 13 pazienti (figuranti, operatori sanitari non in servizio in modo da rendere il più possibile verosimile la simulazione) La sintomatologia varia da lieve a grave compatibile con influenza aviaria/COVID-19.
Di questi 13 casi, 3 coinvolgono l’area materno-infantile (il pronto soccorso ginecologico e pediatrico): 1 donna alla 30° settimana di gestazione (trasferita in altra struttura), 1 donna gravida alla 34° settimana (ricoverata presso Ginecologia) e la figlioletta di 5 anni (ricoverato in pediatria con papà, asintomatico); 3 casi (stabili clinicamente) risultano essere COVID+ e vengono agganciati al Territorio per la prosecuzione delle cure; 1 caso lievemente sintomatico sul territorio necessita dopo 4/5 gg dalla dimissione dal PS di eseguire testing H5N1 (gestione UCA + PS accettazione del campione UCA e sua processazione in laboratorio).
I pazienti positivi adulti devono essere trasferiti nelle aree intensive (2 casi in Rianimazione), sub-intensive, in medicina A, in Malattie Infettive e destinati a ricevere un trattamento coerente con l’utilizzo di precauzioni da trasmissione droplet. Successivamente un paziente ricoverato in Malattie Infettive deve essere trasferito in Rianimazione per aggravamento della sua condizione clinica.
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