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"Prezzi: stop speculazioni sui maiali"

E’ inaccettabile la speculazione in atto sui prezzi dei maiali riconosciuti agli allevatori lombardi e italiani, che non coprono i costi di produzione.
Attualità - Maiali (Foto internet)

E’ inaccettabile la speculazione in atto sui prezzi dei maiali riconosciuti agli allevatori lombardi e italiani, che non coprono i costi di produzione, provocata dallo stallo in cui si trova la Commissione Unica Nazionale per il boicottaggio dei rappresentanti dell’industria. È quanto afferma la Coldiretti Lombardia commentando positivamente la richiesta di Fabio Rolfi e Alessio Mammi, assessori regionali all’Agricoltura di Lombardia ed Emilia-Romagna, al ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli per la convocazione urgente del tavolo suinicolo nazionale. La Commissione Unica Nazionale dei suini da macello – spiega la Coldiretti Lombardia – è l’unico strumento nazionale che ha il compito di formulare i prezzi di mercato con cadenza settimanale ed è costituita da rappresentanti degli allevatori, degli industriali, del ministero delle Politiche Agricole e della Borsa Merci Telematica Italiana. Nelle ultime settimane, dopo le dimissioni di tutti i commissari di nomina industriale non ancora sostituiti, il prezzo fissato dai garanti degli allevatori e del ministero non viene riconosciuto dai macelli che stanno unilateralmente tagliando i prezzi di ritiro dei suini dagli allevamenti nazionali. Non rispettare i prezzi della Commissione Unica Nazionale – spiega la Coldiretti regionale – significa mettere a rischio l’intera filiera e le grandi produzioni di qualità come il Prosciutto di Parma e quello di San Daniele, insieme a tutte le altre eccellenze della salumeria made in Italy. “Le speculazioni in atto – commenta Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Lombardia – minacciano il nostro sistema allevatoriale, in prima linea per garantire cibi sani e sicuri nel segno della trasparenza, della tracciabilità e della sostenibilità, con il rischio evidente di un aumento delle importazioni dall’estero di carni suine che non danno le stesse garanzie di quelle nate dalle nostre stalle”. L’iniziativa degli assessori Rolfi e Mammi – precisa la Coldiretti regionale – segue quella del presidente nazionale Coldiretti Ettore Prandini che, a fronte di questa situazione, ha fin da subito chiesto al ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli e a quello dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti la convocazione del tavolo di filiera per rilanciare il settore e tutelare il reddito dei produttori, mettendo al contempo fine a tali comportamenti scorretti che danneggiano l’intera economia del Paese. In Lombardia – conclude la Coldiretti regionale – si allevano oltre 4 milioni di suini, pari alla metà del totale nazionale, concentrati prevalentemente nelle province di Brescia, Mantova e Cremona.

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