Milano / Malpensa
Hospice Cuggiono: l'attività in pandemia
Nel corso dell’ultimo anno l’attenzione generale si è focalizzata sull’emergenza sanitaria legata all’epidemia da Coronavirus, ma questo ha inevitabilmente portato con sé una serie di problemi correlati che hanno colpito la fascia più sensibile della popolazione. Tra i tanti ad essere penalizzati, troviamo il reparto ospedaliero dell’Hospice. Claudia Castiglioni, direttrice delle cure palliative del nosocomio di Cuggiono ci spiega come, nonostante le tantissime difficolta, sono riusciti a portare avanti il loro operato quotidiano. Obiettivo delle cure palliative è quello di migliorare la vita dei pazienti in primo luogo, senza dimenticare le famiglie. L’attenzione al sollievo della sofferenza, dal punto di vista fisico e psicologico, è posta al primo piano. La struttura garantisce le proprie funzioni agendo su diversi livelli: le attività ambulatoriali, il day hospital, il ricovero dedicato e, infine, l’attività domiciliare e di consulenza intra ospedaliera. Questa rete di servizi permette di entrare in sinergia sia con i pazienti e le loro famiglie, sia con i più tradizionali servizi ospedalieri, garantendo inoltre la continuità terapeutica ed assistenziale attraverso la presa in carico globale del paziente e attivando la rete dei servizi sanitari e sociosanitari. L’emergenza sanitaria ha fortemente penalizzato l’attività del reparto di cure palliative, ma nonostante ciò non si è mai fermato, contribuendo anzi alla gestione della fase emergenziale più acuta con un supporto di consulenza e integrandosi alle degenze ospedaliere. Tanto è stato fatto dal personale sanitario per garantire in primo luogo le cure necessarie, ma soprattutto per mantenere costante il rapporto tra pazienti e famigliari, considerato di fondamentale importanza. “Non abbiamo lasciato indietro nessuno”, con queste semplici parole cariche di orgoglio e commozione, Claudia Castiglioni ha perfettamente racchiuso tutta la professionalità, la devozione e la cura con cui la sua equipe, che ringrazia, ha continuato ad accompagnare i propri pazienti nonostante il mondo si fosse fermato.
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