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Mar, 03/12/2024 - 16:50

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martedì 03 dicembre 2024 | ore 17:57

Quando la passione diventa studio

Simone Sperindio ci racconta il suo lavoro di monitoraggio della specie del lupo appenninico durato diversi mesi nell’ambito di uno stage presso il Parco del Ticino. Uno studio importante che arriva a conclusione di un percorso universitario in Scienze Biologiche presso l’Università del Piemonte Orientale.
Bernate Ticino / Simone Sperindio

Uno studio importante che arriva a conclusione di un percorso universitario in Scienze Biologiche presso l’Università del Piemonte Orientale. E’ la scelta di Simone Sperindio, giovane bernatese che lo scorso 17 ottobre ha discusso la sua tesi dal titolo ‘Metodi di monitoraggio della presenza del lupo in un'area campione all'interno del Parco lombardo della Valle del Ticino’. Un lavoro durato diversi mesi nell’ambito di uno stage presso il Parco del Ticino. Da aprile a settembre, Simone ha affiancato i guardiaparco nelle operazioni di monitoraggio della presenza di una famiglia di lupi appenninici. I due esemplari, avvistati per la prima volta nel 2023, sono verosimilmente una coppia riproduttiva che, come ipotizzato, ha dato alla luce quattro cuccioli. L’ osservazione e il monitoraggio, iniziati lo scorso novembre e attualmente in corso, prevedono l’utilizzo di fototrappole e di ricerca manuale di segni e tracce lasciati dagli animali. Osservazioni mirate e attente che permettono di identificare le aree di passaggio e le attività principali di una specie che non era presente nel nostro territorio da oltre centocinquant’anni. Durante il suo lavoro di ricerca, Simone ha analizzato e osservato oltre ottanta zone del parco (indicativamente nove km quadrati per singola zona) in un lavoro che andava sviluppandosi man mano che venivano rinvenute delle tracce del passaggio dei lupi. Sono stati effettuati anche appostamenti notturni con i visori, soprattutto nei periodi più caldi. A conclusione della ricerca e dell’osservazione l’ipotesi è quella che vede gli esemplari rimanere nel territorio, che risulta peraltro essere un corridoio ecologico adatto alla permanenza della specie.

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