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domenica 24 novembre 2024 | ore 20:57

Amianto: 3 mila morti l'anno

Sono passati esattamente 29 anni dalla legge del 1992 che mette al bando l’amianto, ma questo manufatto provoca oggi ancora oltre 3000 vittime l’anno.
Attualità - Pericolo amianto (Foto internet)

Sono passati esattamente 29 anni dalla legge del 1992 che mette al bando l’amianto, ma questo manufatto provoca oggi ancora oltre 3000 vittime l’anno, poca risonanza e attenzione da parte dell’opinione pubblica degli enti e delle amministrazioni statali e territoriali. "L’azione sindacale, in questi anni, non si è mai fermata e con le associazioni delle vittime dell’amianto, ha rivendicato ed ottenuto maggiori tutele per tutte le persone esposte, come l’estensione dei benefici del fondo per le vittime di amianto anche ai malati di mesotelioma non professionale, la prestazione una tantum è stata portata a 10.000 euro ed ora stabilizzata ma anche il Fondo per le vittime dell’amianto quale tutela complementare per i malati, loro familiari e gli eredi - dice Angelo Colombini, segretario confederale Cisl - Ma il nostro impegno, anche alla luce della giornata mondiale sulla salute e sicurezza istituita dall’ILO, non è sufficiente se non viene supportato ed organizzato a livello istituzionale. Per questo è importante il ruolo di Inail sia per gli investimenti nella ricerca clinica per la cura del mesotelioma che per una sorveglianza personalizzata capace di prendere in carico la singola persona. Serve inoltre attraverso le risorse del Recovery Plan finanziare piani di bonifica delle scuole, degli ospedali e di tutti gli edifici pubblici ed estendere per il privato l’utilizzo del super bonus (110%). Così come è importante la parità dei trattamenti previdenziali a fronte di parità di esposizione all’amianto". La prevenzione, la salute e la sicurezza, le bonifiche, l’ambiente e lo sviluppo sostenibile sono tutte facce della stessa medaglia. "È fondamentale che ci sia una più stretta e sinergica collaborazione con e tra tutti i Ministeri su un tema che non può e non deve essere usato a scopi propagandistici perché rappresenta purtroppo, ancor oggi, una gravissima emergenza nazionale, soprattutto per gli aspetti connessi agli effetti sulla salute dei lavoratori e dei cittadini - conclude".

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