Milano / Malpensa
Uno scarabocchio... vale più di mille parole
Il noto perito grafologo, Candida Livatino, presenta la sua quarta fatica editoriale, dal titolo “Dagli scarabocchi alla firma”, edito Mursia. Ben centottanta pagine, scritte rigorosamente a mano, dalla grande esperta che oggi festeggia venticinque anni nel mondo della grafologia.
“Ben trovata Candida! A distanza di quattro anni dal tuo libro “Scrivere con il cuore”, ecco che arriva la quarta pubblicazione”, introduco al telefono all’autrice, la quale mi accoglie con fare affettuoso, come se fossimo di persona, in Mondadori, nel 2016. “E’ sempre un piacere rivolgermi a giornalisti interessati all’argomento, pronti a diffonderne spunti interessanti. La sola presentazione del libro che ho potuto fare”, si riferisce al Covid”, “è stata sulla piattaforma Zoom, dove un centinaio di persone prendevano parte, ma chiaramente, non è mai come dal vivo”, ricorda la grafologa che si “tampona” almeno un paio di volte alla settimana per le sue partecipazioni televisive, non ultima a Mattino Cinque. Lei, che fece il suo esordio in televisione nel 2003 con Sipario, è abilissima nell’analizzare con cura le firme dei grandi che hanno fatto la storia, ai personaggi di cronaca nera, per finire con i giovani d’oggi. “Loro, sono la mia aspirazione”, spiega Candida, “tempo fa, in metropolitana, osservavo due ragazzi che chattavano tra loro in silenzio senza proferire parola e purtroppo questo fa molta tristezza”, ammette l’esperta che nel marzo dello scorso anno, nel boom pandemico, ha deciso di immergersi nella quiete della sua casa a Milano, in particolare nel suo studio, per mettere nero su bianco la nuova opera.
“Mi piace analizzare la calligrafia degli studenti in età adolescenziale, per poterli meglio orientare nelle scelte future, andando così ad assecondare i loro bisogni”, racconta la penna sapiente di Candida, “sottolineare l’importanza dello scrivere a mano, fa in modo che emergano le proprie personalità che non devono rimanere represse, bensì occorre dare loro ampio sfogo”, riporta fermamente. Anche la signora Teresa, madre di Candida, lo sa bene che scrivere a mano rallenta gli effetti dell’invecchiamento e mantiene il cervello allenato. E proprio su questa nota, l’argomento si amplia: scrivere a mano, significa aumentare la concentrazione e fa in modo che la mente diriga la mano mentre si appresta a stendere sul foglio le proprie emozioni, traendo il vantaggio della creatività, spirito critico, personalizzazione della scrittura. Ciò permette a Candida di analizzare al meglio il profilo della persona che ha davanti e, prima regola, è far scrivere su un foglio bianco, senza righe, in quanto un andamento della scrittura, verso l’alto, denota “positività”, al contrario, una tendenza al pessimismo.
In questo lockdown, può succedere che una persona cambi, anche solo provvisoriamente, il proprio modo di scrivere? “Certamente, dato che purtroppo nei soggetti depressi, avviene questo e si percepisce”, confida. “Chi scrive in stampatello, imprigiona la sua personalità, mentre chi lo alterna al corsivo, denota un’instabilità emotiva”, fa sapere dai suoi studi psicologici, “difatti, in genere, chi fa recapitare lettere in anonimato, lo fa in questa modalità di scrittura”. Ovviamente dietro ad ogni perizia, vi è studio e gran lavoro tecnico, quindi si raccomanda che una sola parola, in un contesto generico, non permette di decretare un risultato finale. “Ad esempio, già a colpo d’occhio, la firma spigolosa di Trump, mostra chiaramente il suo temperamento e lo si è visto poi sul campo, dopo la fresca sconfitta con Biden. Come se fosse un elettrocardiogramma, Donald appare stizzito”, ed è un po’ come l’immagine con cui siamo stati abituati a vederlo alla Casa Bianca. Da Ronaldo a Bossetti, ce n’è uno che ti ha colpito e in un certo qual modo, sorpreso? “Non posso non citare Leopardi”; risponde nell’immediato Candida, “mi ha trasmesso un segno di positività e questo ha sorpresa.
Oltre che alle parole, il suo interesse va anche nell’area delle figure geometriche, dove un cerchio o un quadrato disegnato, denotano personalità differenti: “se tua figlia Lucrezia, dovesse fare degli scarabocchi tondeggianti, significherebbe avere una personalità incline alla socializzazione, proprio come i girotondi che si facevano da piccoli e portavano a conoscerci l’un con l’altro, mentre se sul foglio, appaiono figure con angolosità, allora lei potrebbe essere più reattiva”, fa l’esempio nel pratico con la mia piccolina. Un viaggio nella propria anima, come vuole l’autrice anche dalla sua pagina in rete (www.livatinocandida.it), nella decodificazione del dna di ognuno di noi, dove scorrono emozioni e sensazione che anche in zona rossa,… non si fermano.
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