Milano / Malpensa
Medici di base: "Lasciati soli"
"Lasciati soli...": la voce è quella di uno dei tanti medici di base che, ormai da tempo, sono impegnati a fronteggiare la difficile e delicata emergenza Covid-19. Perché se già nella primavera scorsa (quando tutto è cominciato) il sostegno e, in modo particolare, gli strumenti specifici e necessari erano, purtroppo, stati molto pochi, anche in questa seconda ondata, non è che la situazione sia cambiata. O meglio, qualcosa (per correttezza d'informazione), finalmente, è arrivato, ma dopo mesi e mesi di attesa. "Mascherine, camici, guanti, gel igienizzante, ecc... - racconta il dottor Bruno Antonio Perrone, di Turbigo - per fortuna che, in questo periodo, ognuno di noi ha provveduto personalmente e ci sono state realtà attive in ambito sanitario e sociale oppure i Comuni, che ci hanno fatto sentire la loro vicinanza, altrimenti se avessimo dovuto fare affidamento sulle istituzioni a livelli maggiori, ci saremmo trovati completamente o quasi persi. Serviva il materiale, insomma, ed ecco che abbiamo avuto dalle 3 alle 4 forniture dall'inizio della pandemia ad oggi con quantitativi davvero minimi e sufficienti per un breve lasso di tempo". E, allora, sono stati gli stessi medici a doversi muovere, acquistando di persona il necessario oppure, come detto, ricevendo sostegno in tale senso da enti benefici, Amministrazioni comunali e, in alcuni casi, pure aziende private. "Qualche giorno fa, poi - conclude - finalmente è arrivata una buona quantità di strumentazioni, fondamentali per la nostra professione in un momento di emergenza come questo. Nel mio caso, ad esempio, ho avuto 50 mascherine FFP2, altre 50 chirurgiche, quindi una quindicina di camici, oltre al porta maschere con una ventina di visiere protettive intercambiabili. Capite che, adesso, si tratta di numeri sui quali si può ragionare, però abbiamo dovuto aspettare mesi per riceverli e, intanto, il virus ha vissuto una prima fase e sta vivendo una seconda di grande forza e violenza".
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