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domenica 22 dicembre 2024 | ore 11:16

"Ministre... chiarezza"

Chiede chiarezza ma non solo. Fa quattro conti in termini di spazio e di costi e poi conclude: vi è qualcosa da rivedere. L'assessore del Comune di Canegrate, Edoardo Zambon.
Canegrate - Il Municipio (Foto internet)

Chiede chiarezza ma non solo. Fa quattro conti in termini di spazio e di costi e poi conclude: vi è qualcosa da rivedere. Edoardo Zambon, assessore alle Politiche Educative di Canegrate, scrive dal profilo social del Comune direttamente alle Ministre per l'Istruzione Lucia Azzolina e per la Famiglia Elena Bonetti. E lo fa con toni garbati e argomentazioni stringenti: "Noi siamo pronti e voi? è l'incipit. E prosegue: "I nostri bambini e i nostri ragazzi da più di dieci settimane vivono una condizione innaturale dal punto di vista relazionale e problematica dal punto di vista educativo, sia pure per motivi assolutamente ragionevoli. I loro genitori presto torneranno al lavoro , in molti casi ne va della sopravvivenza stessa delle famiglie". Qualcuno avrà dei nonni a cui lasciarli, ma gli altri? E peraltro la situazione è ancora di quelle nelle quali gli anziani sono la fascia di popolazione maggiormente a rischio come è stato fin dall'inizio della pandemia. "Una situazione con genitori al lavoro e bimbi e ragazzi in casa a seguire videolezioni tutto il giorno da soli- prosegue Zambon - lo sapete, non è nemmeno immaginabile, in più quest'estate sarà diversa da tutte le altre , molti hanno già bruciato le loro ferie, tanti cercheranno di recuperare rispetto alle chiusure". E la richiesta per attività educative prenderà l'ascensore verso l'alto. Zambon vuole, quindi, vederci chiaro, soprattutto per quanto concerne gli ingressi e le uscite controllate , la sanificazione degli ambienti scolastici, la prevalenza di attività all'aria aperta, tutte misure che dovrebbero affacciarsi alla ribalta nel mese di settembre. E afferma che Canegrate, al riguardo, ha già fatto la sua parte sondando il terreno sul modo in cui calare queste disposizioni nel suo contesto: "Abbiamo sul tavolo progetti interessanti ispirati a quei possibili protocolli - prosegue - uno in comune con San Giorgio su Legnano, negli impianti sportivi e scolastici di quest'ultimo, uno per la nostra scuola dell'infanzia, altri di soggetti pubblici e privati che riguardano i nidi". A Canegrate, prosegue Zambon, è già stata condotta anche una mappatura degli spazi disponibili per verificare la fattibilità di alcune attività con gli studenti: dalla scuola primaria ai giardini Baggina passando per spazi che i privati potrebbero mettere a disposizione. Ma le voci sembrano al momento, guardando allo scenario nazionale, fluttuanti, da qui la richiesta dell'assessore canegratese di maggiori precisazioni: "Le voci su quanti fanciulli possa tenere un educatore sono contrastanti, tre, cinque sette, x? Questo rapporto è decisivo per la sicurezza, per l'assegnazione degli spazi e, soprattutto , per i costi delle attività". Perché, in situazioni come queste, l'aspetto logistico ed economico si intrecciano sempre. Zambon manda a questo punto in campo le cifre per fare capire l'entità del problema: "L'anno scorso - ribadisce - il costo medio per utente delle attività estive da sei a quattordici anni dalle nostre parti era di sessanta Euro circa, con un educatore ogni 15 ragazzi, se il rapporto diventa uno ogni cinque e aggiungiamo i costi per i pasti individuali , le sanificazioni, i dispositivi, portiamo la retta a oltre duecento Euro afamiglia per ogni figlio ogni settimana? Non è sostenibile". Soprattutto in un periodo caratterizzato da una piena emergenza economica nel quale molte persone vivranno di cassa integrazione e reddito di emergenza senza la certezza di poter ristringere nel breve periodo la mano all'universo lavorativo. Per l'assessore sarebbe sostenibile al limite se "Il Governo assegnasse alle famiglie i tanto chiacchierati bonus baby sitter e le famiglie potessero usarli per pagare le attività, questo sarebbe ragionevole". E invita le due ministre a non lasciare l'idea nel cassetto ma a darle linfa vitale di sviluppo. Ma per Zambon vi è anche un'altra strada percorribile: "trasferire ai comuni i fondi per coprire l'aumento di costi derivante dalle norme di sicurezza". Alla fine il perentorio invito: "Scegliete voi, ma scegliete, senza protocolli chiari e senza indicazioni precise nessuno può fare i necessari conti, gli operatori non possono progettare e gli amministratori non possono realizzare". E' insomma chiaro che, senza un'attenta pianificazione a livello nazionale in grado di tenere conto delle varie problematiche dei comuni, questi ultimi non possano fare miracoli. Né è praticabile, conclude Zambon, la soluzione dell'ognuno faccia per sé che creerebbe una polverizzazione di iniziative prive di una logica unitaria e aprirebbe la strada a situazioni di disparità non tollerabili. Una disamina che lascia al minimo le proteste per farsi in più passaggi concreta proposta. E che, soprattutto, viene da quel territorio locale più d'ogni altro consapevole delle necessità dei cittadini, delle famiglie, dei ragazzi. Ora non resta che vedere come si muoverà il Governo.

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