Milano / Malpensa
L'Oasi del clochard... per l'accoglienza
“Meno muri. Più ponti”… Sta tutto in quel messaggio che subito cattura l’occhio appena entrati il significato di che cosa è e vorrà essere la struttura. Perché quando qualche tempo fa i City Angels hanno varcato per la prima volta il cancello d’ingresso avevano ben chiaro quale funzione avrebbe dovuto svolgere l’intera area. E non per niente, allora, anche il nome scelto parte proprio da quell’idea precisa di accoglienza, vicinanza e unione di persone, popoli, culture e tradizioni. L’Oasi del clochard (così come appunto è stata ribattezzata), insomma, oggi non è più solo sulla carta, ma è realtà in tutto e per tutto, là alla periferia di Milano, in via Cesare Lombroso. Benvenuti, allora, in quello che è un vero e proprio villaggio per senzatetto (il primo in Italia), dove non si dorme e basta, bensì si sta insieme, si interagisce, si socializza e si prova a ritornare giorno dopo giorno ad una vita normale. “E’ un sogno che si realizza – sono state le parole di Mario Furlan, fondatore dei City Angels – Questo spazio, che rientra nel perimetro di Sogemi, infatti, fino allo scorso anno era in totale stato di abbandono, spesso utilizzato come campo rom. Adesso, invece, la zona è stata completamente ripulita e sono stati portati qui i prefabbricati che hanno cominciato ad ospitare i primi clochard”. Una settantina di persone, per ora tutti uomini, di nazionalità differenti, anche se l’obiettivo finale è arrivare ad accoglierne addirittura 300 (comprese pure le donne). “L’area, nello specifico, è organizzata, come detto, con casette per dormire e contemporaneamente ecco una mensa, un ambulatorio medico, uno spazio per le attività ricreative e culturali e una biblioteca – continua Furlan – Stiamo già lavorando, inoltre, per aggiungere una palestra, una zona dedicata appunto alle donne e una per gli animali (quest’ultimo perché molto spesso i senzatetto rifiutano un posto in centro o in qualche struttura dal momento che non possono portare con loro gli amici a quattro zampe. Non vogliamo, quindi, mettere fine alle relazioni che si creano per strada, sia dal punto di vista uomo – animale, sia tra maschi e femmine)”. Un progetto, insomma, pensato e studiato partendo dalla persona e da chi purtroppo non ha più nulla e vive in situazioni di grande disagio e difficoltà. Un progetto che si concretizza oggi e che guarda con particolare attenzione al futuro. (FOTO ELIUZ PHOTOGRAPHY)
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