Milano / Malpensa
Elisa rinasce col suo 'respiro in più'
Ricorderete quella botte di ferro che porta il nome di Elisa Volontieri, scritto nella lunga lista d'attesa per il trapianto polmonare. Non poteva avere un lieto fine migliore la sua storia. L'avevamo conosciuta poco prima dell'estate, in vista degli esami di 5^ superiore e la voglia di iscriversi in università. Ebbene, quelle prove di fine anno, tra cure continue e aerosol, erano state superate a pieni voti, così come il test per l'ammissione ad Allevamento e Benessere Animale. La fibrosi cistica alla giovane non è mai stata d'intralcio, anzi aveva permesso a Elisa di tirar fuori tutta la sua grinta e tenacia, proprio come era solita dimostrare nei suoi post su facebook: "Una cosa è certa... Non sono tanto con le rotelle che funzionano nella direzione giusta, non ho tutti i neuroni che si aiutano, non ho più il cricetino che gira sulla ruota a cusa della fame, quindi... Ieri mi sono trasformata in 'CapitaNana America'!", pubblicando una divertente immagine con indosso il caschetto, "Di sicuro non conquisteró il mondo, anche se l'idea non è mica male, peró raggiungerò la vetta che sto scalando da 19 anni a questa parte... la vita". Elisa in 19 anni ne aveva viste e superate tante, troppe per la sua età, e per questo poteva dare lezioni di vita a qualsiasi piagnone o viziato in circolazione. Nel mese di ottobre aveva cominciato a gonfie vele il nuovo percorso universitario, quando, un giorno, ha preso il raffreddore (ricordiamo che per affetti da FC, anche un semplice raffreddore può minacciare seriamente lo stato di salute). Da quel momento, si era presentata anche la febbre, celeberrima nemica che non cessava. Così Elisa, dal suo ultimo post di domenica 11 ottobre, scriveva "Ciao a tutti. Non mi dilungheró molto perchè non riesco... Sono due giorni che sto malino, febbre altissima (ma non è ne levissima ne purissima, saturazione.. ehm.. vabbeh, fame..cos'è questa parola? Insomma uno straccio. Quindi mi ripresenteró a voi appena mi ripiglio un attimo.."Addio". Finiva così il suo messaggio, che ad oggi noi lo traduciamo con un "Addio vecchia vita". Sì, addio a quella vita fatta di terapie antibiotiche continue, giornate intere, se non settimane, spese in ospedale, tra nervosismi in corsia e la voglia di trascorrere anche solo mezza giornata all'aria aperta e invece costretta in mascherina dietro la finestra di un reparto. La situazione di Elisa era degenerata in queste ultime settimane e il suo respiro era appeso al filo dei professionisti che insieme alla famiglia della guerriera hanno reso possibile l'impossibile. "Quando tutto sembrava precipitare e nello sguardo di mia figlia vedevo tanta stanchezza", spiega emozionata mamma Emanuela, "ecco che nel cuore della notte di venerdì 23 ottobre, giorno del mio compleanno, i medici ci hanno riferito che erano arrivati i polmoni compatibili con quelli di mia figlia". 11 ore. Un l'asso di tempo in cui a Elisa venivano trapiantati due nuovi motori respiratori. Un'operazione complessa, che in sala d'attesa lasciava tutti col fiato sospeso. Poi il giorno seguente ecco gli sguardi di Elisa e della sua famiglia che si incrociano e quelle parole cariche di amore e gioia "Ely ti hanno operata". E adesso, allora, pronti alla grande festa prevista per il ritorno a casa (tra circa due settimane)... e tutto attorno il senso di sensibilità verso un gesto così immenso come "donare un organo è donare una vita", scritto anche sulle magliette dell'associazione di Elisa.
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