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sabato 23 novembre 2024 | ore 17:21

Il miracolo di Michael

Cuggiono - I mezzi di soccorso a Castelletto

Circa 42 minuti di silenzio, di panico, di impotenza. Un insieme di persone, i soccorritori, con competenze, coraggio, intuito e volontà di non arrendersi. La vita di un ragazzino più volte dato per morto, ma che lui, la morte la voleva proprio evitare. Nella drammaticità di tante, troppe storie, raccontate a bordo del Naviglio grande, quest'anno le acque dell'antico canale riservano fatti ed episodi che superano la speranza. Se a Turbigo, in poco più di dieci giorni, il coraggio e tempismo di due ragazzi aveva salvato due vite, l'episodio di Castelletto di Cuggiono rientra senza dubbio nel campo dei miracoli: "Si definisce miracolo, in teologia, un evento straordinario, al di sopra delle leggi naturali, che si considera operato da Dio direttamente o tramite una sua creatura. Nel linguaggio comune, per estensione, il termine miracolo indica anche un fatto eccezionale, che desta meraviglia".
Sì, perchè il giovane Michael è rimasto impigliato con il piede sott'acqua, nei pressi del ponte castellettese, per circa 42 minuti, tra le difficoltà di amici e soccorritori di portarlo in salvo alla vicina riva. Minuti interminabili, tra il rimbalzare di voci in paese che toglievano ogni speranza, con molti amici in quel momento in pellegrinaggio alla Sindone a Torino che si aggrappavano alle poche notizie da casa e a molte preghiere perchè qualcosa di più grande lo aiutasse a non mollare.
Tornare oggi a circa un mese fa, era il 24 aprile, fa apparire davvero incredibile sentir dire dal medico curante, il dott. Alberto Zangrillo, del San Raffaele di Milano: "Ci ha chiesto un mojto. Ha recuperato lo spirito di quel ragazzino che conoscono genitori e amici. Un ragazzo eccezionale, dotato di intelligenza non comune. Tutti i giorni parlo con lui e scherzo".
Perchè davvero, oggi, Michi sta per 'tornare' a vivere, pur con il ricordo e le conseguenze di un bagno che ancora troppi fanno, dimenticando i divieti e la pericolosità di alcuni punti del Naviglio.
Dopo 42 interminabili minuti, Michi venne riportato a riva, in condizioni che dire gravi sarebbe limitante. Ma nessuno ha voluto mollare, lasciando questo 14enne alla morte. Competenze di medici, soccorritori, personale sanitario hanno fatto il resto.
I medici rianimatori hanno tentato il tutto per tutto, prima con una procedura estrema di assistenza meccanica della circolazione e poi instaurando la circolazione extracorporea (con la macchina Ecmo), in un organismo in condizioni di ipotermia.
"Le condizioni limite per sperare in una ripresa sono l’immersione in acque non più calde di 5 gradi per un tempo non superiore ai 20 minuti, e in arresto cardiaco per non più di 6 minuti", spiegano i medici. Solo tenuto conto della giovane età e dell’acqua fredda del Naviglio (che ha causato un rallentamento delle funzioni vitali), Zangrillo ha deciso di tentare "un intervento a prima vista anche per noi irrazionale". Funziona, aprendo un nuovo capitolo di storia medica.
Ed ora, dopo nemmeno più di un mese, Michi, a cui hanno dovuto amputare una gamba sotto il ginocchio, è tornato a comunicare e scherzare con genitori ed amici. Il miracolo di Cuggiono rimarrà segno di speranza per tante tantissime persone.

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Crediamo nei miracoli

Non può che definirsi miracolosa la guarigione del giovane Michi. La sua storia rappresenta la speranza in cui ognuno di noi dovrebbe credere, un pò come per i miracoli, a volte, avvengono davvero.

Viviana Fornaro

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