Milano / Malpensa
A piedi sul confine italiano
- 01/08/2014 - 15:44
- Storie
Un’impresa, certo. Una sfida, forse. Un sogno, anche. O, perché no, tutti e tre assieme. Camminare fa bene al corpo ed allo spirito, ma un conto è farlo su percorsi prestabiliti e precisi, un altro è passando lungo il confine italiano nella sua interezza. Già, avete capito bene! Altro che irrealizzabile. Si può, eccome. Lo sanno bene Luca Magnani, Matteo Fantoni, Andrea Boccaletti, Chiara Beltramini e Luca Troisi che quell’idea l’hanno fatta diventare realtà. Pronti, insomma, perché lunedì prossimo si parte. “Tutto nasce camminando, è diciamocelo non poteva essere altrimenti – raccontano i cinque, membri dell’Asd “1stMarsoc Anaconda” di Segrate (specializzata in soft air, che però adesso spazierà oltre la sua normale attività predominante), trekker esperti e validi navigatori e cartografi, provenienti chi dalla provincia di Varese e chi da Milano; con la collaborazione di “Sportoutdour24” e di conoscitori della storia locale – Ogni uomo che ha l’ambizione di uscire dalla normalità sogna di partire e fare qualcosa di diverso, di mettersi alla prova e, sì, magari anche di provare ciò che nessuno ha mai compiuto prima. In un mondo di strade già percorse, di pareti già scalate e di mari già solcati, ci siamo accorti che, proprio “dietro casa”, esiste una delle linee più belle mai disegnate: il confine italiano. Allora, perché non attraversarlo nella sua completezza, dividendolo per tappe? Perché non farlo in autonomia, senza apporti esterni e senza facilitazioni (niente mezzi di trasporto elettrici o a motore; niente appoggi in strutture e stabilimenti; e con il cibo che sarà unicamente parte dell’equipaggiamento caricato al via?”. Alla fine, quindi, dalle parole ai fatti… il passo è stato breve. L’avventura può cominciare. E come chiamarla, se non appunto “Linea”. “La preparazione è iniziata molto tempo fa – continuano – Da diversi anni ormai lavoriamo assieme nella “1stMarsoc Anaconda”, praticando quella specialità all’interno del soft air, che avvicina al trekking impegnativo ed alla sopravvivenza in ambiente ostile. Abbiamo praticamente girato quasi tutte le regioni italiane, nei boschi, fuori dai sentieri battuti e in qualche modo siamo sempre riusciti a tornare a casa. Ora siamo pronti a rimetterci in movimento, ma stavolta su un percorso che sulla cartina non c’è, o meglio c’è, però non è una strada: è una linea, fatta di chilometri di cammino, di abitazioni e di luoghi, di racconti di chi la storia l’ha vista scrivere, soprattutto sul bordo di un’Italia che ha bisogno di ricordare ciò che i suoi confini significano, dell’importanza che hanno e del valore che c’è oltre. Il tutto, poi, verrà documentato con un diario di viaggio, con fotografie e raccogliendo le testimonianze della gente che incontreremo. E, ovviamente, il tracciato sarà fedelmente la linea di confine, concedendoci di allontanarci dalla stessa per massimo 1000 metri in punti dove è impensabile passare con l’attrezzatura che ci porteremo”. Per ora, dunque, si comincia con la prima tappa (la prima di diverse, all’interno di un progetto più ampio che si conta di poter concludere entro il prossimo anno o due e che ha nel mirino i 1932 chilometri complessivi fino a Ventimiglia, superando il Veneto, la Lombardia, il Piemonte, la Valle d’Aosta e la Liguria): da Muggia, là dove l’Istria si incontra con la Slovenia e con il mare Adriatico, al fiume Natisone, oltre il Mont Matajur. 7/10 giorni in marcia e più di 200 chilometri.
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