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I mass media, come usarli (e difendersi)

Il vaticanista ed editorialista de 'La Stampa' ha aperto un percorso educativo a Cuggiono.
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Essere genitori oggi implica essere protagonisti, insieme ai propri figli, all'interno di una società in continua trasformazione. Tale tematica verrà affrontata attraverso un percorso di tre incontri, che si svolgeranno nei mesi di marzo e aprile, di due ore ciascuno, condotti da un pedagogista o uno psicologo, dedicati ai genitori della scuola dell'infanzia, della primaria e della secondaria di primo grado di Cuggiono, (ai quale occorre iscriversi dando la propria adesione alla segreteria del nuovo Oratorio, in via Cicogna a Cuggiono). Una serata introduttiva sul tema della comunicazione, dal titolo 'Le notizie e la Buona Notizia - I mass media, come usarli (e come difendersi)' si è tenuta nella serata di lunedì 24 febbraio, presso la Sala della Comunità del nuovo Oratorio di Cuggiono. A condurre l'incontro è stato Andrea Tornielli, vaticanista ed editorialista del quotidiano 'La Stampa' che ha presentato l'argomento, raccontando inoltre la sua esperienza di giornalista. In un mondo attuale caratterizzato in modo massiccio dalla presenza dei mass media, il cui sviluppo è inarrestabile, con l'utilizzo sempre più frequente da parte soprattutto dei ragazzi dei social network, risulta impensabile fingere che non esistano o proibire loro di usarli. L'importante è imparare ad usarli bene. Nei ragazzi di oggi infatti l'apprendimento e la soglia di attenzione si sono modificate, influenzati dai nuovi mezzi di comunicazione. Spesso l'approccio alla vita virtuale diventa una sorta di schiavitù, è necessario quindi mettere dei paletti dal punto di vista educativo, pur riconoscendo le possibilità positive che i nuovi mezzi di comunicazione permettono. L'impressione che essi offrono, in particolare il web, è quella di una grande disponibilità di informazioni e prodotti, per la maggior parte gratuiti, che diffondono l'idea di poter 'trovare tutto'. Ma una grande quantità non significa un'informazione migliore, occorre perciò discernere le informazioni passabili e serie dal resto. Emblematico il passaggio dalle ricerche scolastiche di una volta, che prevedevano gesti concreti (cercare un libro, leggere, scrivere), a quelle di oggi (taglia, copia e incolla da Wikipedia). Nella nostra epoca la manipolazione dell'informazione diventa uno strumento fondamentale per creare consenso e manovrare la massa dell'opinione pubblica. Le guerre infatti si vincono convincendo attraverso una disinformazione o un'informazione manipolata, tramite un'operazione volta a rendere l'avversario come il 'grande Satana'. Bufale come ad esempio per la guerra in Kosovo, dove i serbi erano presentati come i fautori di una pulizia etnica, o per la guerra del Golfo, dove le atrocità commesse dai soldati iracheni nel Kuwait venivano raccontate in diretta, e solo 6-7-8 anni dopo, a guerra finita, si è saputo che notizie e filmati erano falsi, costruiti ad hoc in set cinematografici delle Nazioni Unite. Anche oggi spesso è difficile capire come ci viene raccontato qualcosa. Tutti possiamo pubblicare notevoli quantità di informazioni (blog, siti, commenti) ma il giornalista, mediatore di comunicazione con lavoro sulle fonti, ha il compito di verificare le informazioni. Il tema dello spin doctor e dell'influenza che può avere l'informazione, sulle scelte di medicine, alimenti ecc., con la manipolazione dell'informazione, sono argomenti attuali. Ad esempio in America l'idea di colazione tradizionale con uova strapazzate e bacon, contrapposta alla nostra, nasce negli anni '50, a seguito di una ricerca medica pubblicata sulla colazione ideale. La ricerca era finanziata dai produttori di bacon, ma gli americani pensavano si trattasse di una ricerca vera. Spesso purtroppo le informazioni sono il frutto di una manipolazione o un finanziamento. Potremmo pensare che siamo noi a gestire le informazioni, in realtà siamo noi manovrati da esse. Come per ogni mezzo, così per i nuovi mass media, conta come si usano e chi li usa, non il mezzo di per sé. Le tentazioni del giornalista sono la possibilità di legarsi al potere e la ricerca dell'audience. Anche riguardo lo specifico della Chiesa esistono due modi di deformare l'informazione: presentandola soltanto con un'ottica politica o utilizzando un registro popolare, un po' da gossip. Colpisce oggi sempre più alla gente qualcosa di concreto, un gesto, una storia, una testimonianza. Il 27 settembre 1983 il gesto di perdono di Papa Giovanni Paolo II in visita in carcere al suo attentatore Ali Ağca ha avuto ripercussioni enormi sui media, 20 volte superiore alla diffusione e allo spazio che essi avevano dedicato all'enciclica 'Dives in Misericordia', Dio ricco di misericordia, dallo stesso identico messaggio. Non dobbiamo essere ricettori passivi, ma occorre cercare di suscitare un interesse per l'oggetto informazione, educando ad interessarsi a ciò che accade nel mondo (un mondo ormai globalizzato, le cui conseguenze anche lontane hanno effetti sulle nostre vite), a porsi domande, a non accontentarsi, ma cercare qualcosa di più, per riconoscere le fonti, distinguere le firme, conoscere la storia e il passato per leggere nel futuro. Il potere per manipolarci ha bisogno di persone senza il senso dei processi della storia, di uomini totalmente appiattiti sul presente senza coscienza del proprio passato.

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