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domenica 22 dicembre 2024 | ore 07:15

Cosa rimane di Sanremo?

Un'analisi dell'edizione 2008
Attualità - Sanremo 2008 (foto di Dario Colombo)

Dopo circa una settimana dalla conclusione del festival di San Remo, rimane ben poco da dire che non sia stato detto. Per questo mi avvalgo, per scrivere questo articolo, della collaborazione di Gary, direttore artistico di Trm (radio sita in Malvagio) e inviato al festival per Radio Inblu. L’edizione di quest’anno è stata indubbiamente fiacca, lo rispecchiano i dati d’ascolto, sensibilmente più bassi da quando esiste l’auditel; ma ciò che risulta più lampante, anche a detta di Gary stesso, è il fatto che ormai da svariati anni la musica e la gara passino quasi in secondo piano lasciando spazio a tutto ciò che dovrebbe essere solo un piacevole contorno e che invece si trasforma in show principale. Dagli addetti ai lavori e dai musicisti stessi si leva un solo monito: è chiaro che il sistema e la formula sulla quale si basa il festival deve cambiare. La vincità della coppia Di Tonno-Ponce con il pezzo “Colpo di fulmine” non rispecchia né i veri gusti del pubblico, né quelli della giuria di qualità e della critica, né tantomeno i gusti di chi lavora nell’ambito mediatico, basti pensare a quanto siano scarsi i passaggi radiofonici del pezzo in questione. Ma dopo una settimana incominciano a delinearsi le canzoni “sopravvissute” al festival.
Tricarico sicuramente è tra i principali vincitori morali, dopo essersi aggiudicato il premio critica si aggiudica anche il favore delle radio col suo pezzo che anela ad una vita tranquilla e lo fa in uno stile unico ed eclettico che descrive alla perfezione l’artista che lo intona. Frankie Hi-Nrg, seppur non proprio nel suo tono canonico, rivendica lo scarso coraggio di chi ha l’intenzione di fare una “rivoluzione”, ma si sedimenta e molla il colpo prima di impegnarsi sino in fondo. L’Aura con la sua voce unica scrive e canta un inno che dice “basta” alla guerra e ad ogni forma di violenza. Gazzè con la sua leggerezza piacevole si batte per una notte non del “solito sesso”, Cammariere ci delizia con le note del suo piano e le sue melodie in stile jazz, i Tiromancino infine, coraggiosi e lasciati a piedi proprio per questo pezzo dalla loro casa discografica, ci cantano l’instabilità del posto di lavoro e la sfrontatezza di chi antepone il profitto ai diritti umani. Ecco chi dopo circa una settimana sta riuscendo ad emergere; tutti artisti che non compaiono o compaiono solo di striscio tra i primi dieci classificati …fate voi!

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