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domenica 24 novembre 2024 | ore 01:12

Sindaci che chiedono 'dignità'

A Roma hanno sfilanto anche il sindaco di Inveruno Sara Bettinelli, Giuseppe Pignatiello di Castano Primo, Davide Garavaglia di Mesero, Sabina Doniselli di Boffalora Sopra Ticino e Giorgio Braga primo cittadino di Robecchetto con Induno.
Roma - Sindaci dell'Ovest Milanese

Nella mattinata di mercoledì 7 luglio, al termine della riunione del Consiglio nazionale dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), tanti sindaci da tutta Italia si sono ritrovati per una manifestazione pubblica sul tema della reputazione degli Amministratori locali e delle difficoltà a operare nella funzione di Sindaco. Obiettivo finale dell’evento è far emergere con forza la presenza della Associazione affinché le istituzioni mettano i Comuni in condizioni di operare al meglio. Presenti anche il sindaco di Inveruno Sara Bettinelli, Giuseppe Pignatiello di Castano Primo, Davide Garavaglia di Mesero, Sabina Doniselli di Boffalora Sopra Ticino e Giorgio Braga primo cittadino di Robecchetto con Induno. Il corteo, giunto fino alla piazza dei SS. Apostoli, ha poi ascoltato le parole del Presidente dell’Anci Antonio Decaro, che nel suo discorso non manca di sottolineare a gran voce la necessità di maggior rispetto verso il ruolo, oggi più che mai, delicato del sindaco: “...Ci stiamo battendo per una causa che non riguarda solo tutti noi. Riguarda chi verrà dopo di noi. E riguarda soprattutto le nostre comunità.
Lo voglio dire subito. Noi non stiamo chiedendo immunità. Noi non stiamo chiedendo impunità. Noi sindaci oggi chiediamo soprattutto rispetto.
Chiediamo che si rispetti il nostro ruolo, che si rispettino i nostri diritti, che si rispetti la nostra libertà di fare del bene per le nostre città…Una penna. Questa è l'arma con cui ogni giorno i Sindaci firmano centinaia di atti, consapevoli che ognuno di questi può trasformarsi in un avviso di garanzia. La vorremmo consegnare oggi simbolicamente ai rappresentanti del Governo e a tutti i membri del Parlamento. Perché capiscano che in quei secondi che precedono la firma di ogni atto, noi sindaci siamo divorati da un dubbio amletico: firmare o non firmare. Perché se firmi rischi di essere indagato per abuso d’ufficio. E se non firmi per omissione di atti d'ufficio. Noi non siamo più disposti a prenderci colpe che non ci appartengono. Saremo i primi a denunciare abusi e corruzione, ma siamo stanchi di fare i capri espiatori". La richiesta è semplice, ma arriva forte e chiara dalla voce di tutti quei sindaci che chiedono di essere considerati dall’ordinamento giuridico alle stesse condizioni di altre cariche elettive. Non viene chiesta l’esclusività, ma solo uguaglianza. Inoltre viene proposta una riforma della legge Severino, che impedisce ai sindaci di mettersi al servizio della propria comunità o di altri enti per due anni dalla fine del proprio mandato. “Questo articolo, nato per evitare fenomeni di corruzione tra chi gestisce per più tempo un dato centro di potere si è trasformato in un decreto licenziamenti solo per i sindaci e gli amministratori locali. Le nostre proposte su questi punti sono chiare e sono state presentate al Governo, al Parlamento, ai tutti i gruppi parlamentari di maggioranza ed opposizione a cui chiediamo un impegno formale e concreto che porti all’adozione nell’arco dei prossimi tre mesi di un decreto legge che riconosca il diritto per i sindaci di fare i sindaci, senza paura, senza timore di mettere quella firma...Da sindaco e presidente della nostra associazione io prometto che non mi fermerò fino a che non avremo una risposta a queste nostre richieste. Fino a che non vedremo riconosciuti i nostri diritti.” conclude il presidente dell'Anci.

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