Milano / Malpensa
Cittadini... tra lockdown e 'Fase 2'
- 25/05/2020 - 16:04
- Castano Primo
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Le parole che tutti ripetono, alla fine, sono praticamente le stesse: “Attenzione e rispetto delle regole”. Dal ‘lockdown’ al ‘post’ chiusura, insomma, i cittadini, se da una parte non hanno dubbi sul fatto che “E’ solo seguendo le indicazioni e le direttive che ci stanno dando che se ne potrà uscire il prima possibile" , dall’altra, ovvio, dentro di loro c’è anche e, in modo particolare, quel senso di ritorno ad una prima e parziale normalità che, purtroppo, per mesi è venuta a mancare. “In questo momento, almeno per quanto mi riguarda, non nego che ci sia un po’ di insicurezza su che cosa sarà – racconta un castanese – Sono state settimane lunghe, durante le quali è mancato il rapporto con gli amici e con le persone. Adesso, però, bisogna ricordarsi che l’emergenza non è finita e, quindi, è fondamentale restare all’occhio”. Della stessa opinione anche un altro abitante di Castano. “La riapertura secondo me era giusta per le attività commerciali – afferma – Più che altro è la gente che deve capire il momento e rendersi conto che siamo di fronte ad una situazione che non è ancora chiara, prendendo tutte le protezioni necessarie (l’utilizzo delle mascherine, ad esempio, è un obbligo, ma molti, purtroppo, non lo hanno compreso, credendo che ogni cosa sia passata). Non dobbiamo vanificare gli sforzi fatti fino ad oggi; perché non bisogna dimenticarci di ciò che la chiusura ci ha tolto: gli affetti familiari, le amicizie e il contatto con le persone”. “Servivano più tamponi – aggiunge un altro intervistato – Poi, nello specifico, del ‘lockdown’ sono venuti meno gli amici, che non si sono potuti vedere, o ancora, ad esempio, personalmente, con mia mamma in casa di riposo non ho potuto andare a trovarla. Sul presente e sul futuro, invece, mi sento abbastanza tranquillo, l’importante è che ognuno rispetti le regole”. “Seguire le misure è il tassello principale – ribadisce un gruppo di persone – E quando, allora, magari ci capiterà di domandarci perché le mascherine, perché il distanziamento sociale, ecc… Ecco ricordiamoci i mesi di ‘stop’ vissuti e quello che ci è stato tolto in quel periodo: amicizie, incontro con le persone, rapporti umani e via dicendo”. “Stare in casa ha inciso molto – conclude un signore – tra ansia e nervosismo; meno male che hanno riaperto. Secondo me, comunque, serviva un po’ più di moderazione, visto che adesso c’è troppa libertà. Si vedono, infatti, assembramenti e questo è pericoloso. Sul fatto di essere preoccupato del presente e del futuro, poi, dico la verità: fin da subito ho cercato di prendere tutte le precauzioni specifiche”.
Inchiesta - 'Post' lockdown
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