Milano / Malpensa
L'addio commosso a Tettamanzi
Come per un amico o una persona cara, il ritrovarsi insieme, seduti uno accanto all'altro, per ricordare una persona a cui abbiamo voluto bene. E rendergli l'ultimo omaggio. Così Milano, l'intera Diocesi, e tutte le comunità che hanno accolto e apprezzato l'Arcivescovo Dionigi Tettamanzi, hanno voluto salutare e ricordare l'illustre cardinale. Piccolo di statura, ma di grande levatura morale e pastorale.
"Moltissimi tra noi – penso anche a me, alla nostra lunga collaborazione ed amicizia – hanno nel cuore fatti e momenti in cui han potuto godere dell’intensa umanità del cardinale Dionigi. Ad essi ritorneremo quasi a preziose reliquie. Di essi parleremo agli adolescenti, ai giovani, a figli e nipoti per aiutarli a crescere. Colpiva in lui il permanente sorriso, espressione di una umanità contagiosa, riverbero della tenerezza di Gesù e di Maria Santissima verso tutti coloro che incontrava e con eccezionale pazienza salutava ad uno ad uno". Così lo ha ricordato l’Amministratore apostolico di Milano, il cardinale Angelo Scola, celebrando in Duomo i funerali del cardinale Dionigi Tettamanzi, davanti ad oltre 5mila fedeli, a più di mille sacerdoti, 9 cardinali e 31 vescovi, ai rappresentanti delle altre confessioni cristiane e delle altre religioni, accorsi insieme a molte autorità civili dargli l’ultimo saluto.
"Il rapporto del cardinale Dionigi con la società civile ebbe un peso notevole. Si manifestò non solo attraverso un’apertura al confronto sociale a cui va aggiunto quello ecumenico e interreligioso, ma anche attraverso un’attenzione ai problemi della famiglia, delle famiglie ferite, della vita, del lavoro e dell’emarginazione nelle sue tante e dolorose forme - ha ricordato nell’omelia Scola -. Il Cardinale era guidato da un profondo senso di giustizia che si esprimeva nella promozione e nella difesa dei diritti di tutti e di ciascuno vissuti nel loro legame profondo con i doveri e garantiti da buone leggi. Seppe denunciare senza timidezze, ma sempre in modo costruttivo, i mali delle nostre terre. Egli ha voluto essere un testimone fedele di Cristo teso a non perdere nessuno di quanti la Chiesa gli aveva affidato".
Prima delle benedizione finale, ha ricordato il cardinale Tettamanzi, l’arcivescovo eletto mons. Mario Delpini: «Mi pare che la ragione che ci accomuna tutti in questo tributo di preghiera e di affetto sia questa: è stato facile voler bene al Cardinale. È stato il suo temperamento, il suo modo di fare, la sua saggezza, il suo sorriso, la sua prossimità alla gente comune, la sua capacità di stare con le autorità, ecco, comunque, c'era qualcosa in lui che ha reso facile volergli bene. Se posso permettermi, credo che ci venga ancora un'ultima raccomandazione dal cardinale Dionigi e vorrei farmene voce. Forse vuole dirci quest'oggi: «Siete tanti, siete bravi, avete tante qualità, forse non avete tutte le qualità desiderabili, forse nessuno è perfetto. Però, ecco, una raccomandazione vorrei farvi: cercate di fare in modo che sia facile volervi bene".
La partecipazione dei fedeli, nonostante il periodo di ferie, è stata molto significativa, con oltre cinquemila persone. Ad accompagnare il Cardinale Tettamanzi in questo ultimo saluto anche mille sacerdoti e religiosi, che hanno avuto modo di apprezzarne l'umanità e la valenza apostolica.
Al termine della celebrazione le spoglie del cardinale Tettamanzi sono state sepolte in Duomo, sul lato destro della cattedrale, ai piedi dell’altare Virgo Potens dove è presente anche l’urna del beato cardinale Schuster, di fianco alla sepoltura di uno dei suoi predecessori il cardinale Giovanni Colombo. Al momento della sepoltura, rigorosamente privato, erano presenti il cardinale Scola (che ha guidato la preghiera), monsignor Delpini, i familiari e i più stretti collaboratori del cardinale Tettamanzi. E' già possibile sostare, per tutti i fedeli, davanti al luogo di sepoltura per continuare a pregare il Cardinale Dionigi Tettamanzi, un suo modo, ancora una volta, di essere vicino "a tutti e a ciascuno".
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