Milano / Malpensa
Il concerto di Angelo Branduardi nella ‘sua’ Cuggiono
Una Villa Annoni così bella, non si vedeva da tempo. Una serata di gala, di fascino, di cultura, di musica, di volontariato. Vi era tutto questo in gioco lo scorso 29 giugno per il grande concerto di Angelo Branduardi, il celebre ‘menestrello’, nativo cuggionese, che dopo tanti anni ha fatto ritorno nella sua comunità. Tutto era perfetto, studiato, provato, organizzato fin nei minimi dettagli. La gestione parcheggi, la biglietteria per i ‘last minute’, i varchi di accesso per il controllo biglietti e le ‘maschere’ che accompagnavano a sedersi. Erano volti noti, di gente che vive il paese, con il loro impegno in associazioni o enti, che hanno voluto mettersi in gioco per un evento davvero unico. Nonostante tante previsioni meteo facessero temere il peggio, la serata è rimasta bella, nemmeno troppo calda, accogliendo, tra pavoni e cicale, la folla (oltre 900 persone) e lo staff del cantautore. In uno dei pochi momenti concessi, prima dell’inizio del concerto, Angelo ha voluto accogliere anche noi di Logos, per rileggere l’intervista esclusiva fatta pochi giorni prima. Poi il momento tanto atteso... la musica. I brani più celebri, il violino, la voce unica e inimitabile, un susseguirsi di canzoni e melodie che si sono levate dal Parco di Villa Annoni in tutto il paese. “Sono nato qui, ma i miei genitori si son trasferiti fin da subito a Genova, dove imparai l’arte della musica e mi diplomai in violino a nemmeno sedici anni - ci ha raccontato Angelo Branduardi - ritornai a Cuggiono pochi anni dopo il matrimonio, con l’occasione di una bifamiliare, con un piccolo giardino, in via De Gasperi. Abitavamo in una via privata, con tanti bambini nella zona. Qui nacquero le mie due figlie e anche loro ricordano questi luoghi d’infanzia con grande affetto. A Cuggiono ho scritto uno dei brani più storici... ‘Alla Fiera dell’Est’. La presentammo su ‘Radio Naviglio’, una radio libera dell’epoca. Quando nacque questa canzone avevamo già fatto una lunga gavetta, andavo in giro con una vecchia 500 carica di strumenti. Il mio cache era di 20.000 lire ma non bastavano nemmeno per dormire. Nel 1972 incisi il disco ‘Confessioni di un malandrino’, una delle mie canzoni più belle, anche se all’epoca venne ritenuto brutto. Il disco fu buttato inizialmente. Il primo vero disco pubblicato fu nel 1974, giusto cinquant’anni fa. La canzone ‘Alla Fiera dell’Est’ riprende antiche filastrocche, qui in particolare una ebraica e all’inizio nessuno la voleva. Ci volle un anno per farla pubblicare, sembrava che non piacesse, invece dopo sei, sette mesi, ci fu un vero boom. Una canzone che, a parte il topolino che fa sorridere, è molto violenta, dove si uccidono tutti. Ma divenne un vero e proprio successo internazionale. Ma questo a livello intellettuale, quando a livello canoro viene raccontata e suonata ai bambini quasi non mi appartiene più, è ormai patrimonio popolare. Da un lato ormai è quasi infinita e di tutti”. Proprio dopo aver suonato, e cantato insieme a tutto il pubblico, questo suo storico brano, il momento più istituzionale, in cui il sindaco Giovanni Cucchetti, a nome del consiglio comunale, ha conferito la cittadinanza onoraria al celebre artista, per i suoi anni di carriera, la sua passione e l’orgoglio della cittadinanza verso di lui. Tra applausi e qualche autografo carpito al volo si è chiusa una bella serata di musica, ma anche e soprattutto una preziosa occasione per dimostrare la voglia dei cuggionesi di rilanciare il paese ed essere capaci di gestire e accogliere grandi eventi in luoghi stupendi.
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