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giovedì 26 dicembre 2024 | ore 06:36

"Servono medicine e viveri"

Igor, ucraino d'origine, ma da anni residente a Magnago, che ha attivato una raccolta di medicine e vivere per la sua Ucraina devastata dalla guerra.
Magnago / Sociale - Raccolta emergenza Ucraina

Soprattutto medicinali per il primo soccorso e generi alimentari a lunga conservazione o che non richiedono cottura, ma anche torce, radioline, sacchi a pelo e indumenti invernali. Li ha cominciati a raccogliere nelle scorse ore Igor, ucraino d'origine, però ormai da anni residente a Magnago, e andrà avanti per tutta la settimana, grazie anche alla collaborazione e al supporto della Parrocchia e dell'oratorio. "Perchè è di questo che, oggi, c'è bisogno nella mia Ucraina devastata dalla guerra - racconta - Appunto, viveri che si possono mangiare subito senza dover essere cucinati (tonno, frutta secca, ecc...) e materiale sanitario che possa essere usato nell'immediato (lacci emostatici, siringhe e disinfettanti)".

E così, in poche, pochissime ore, ecco che è partita proprio la raccolta. "Gli aiuti li destinerò ai cosiddetti paesi piccoli, il più delle volte, purtroppo, quelli che vengono maggiormente abbandonati e che fanno grande Magnago / Sociale - Raccolta per l'Ucraina fatica a ricevere i sostegni a livello europeo e mondiale che arrivano - spiega - Nei prossimi giorni, allora, chi vorrà, potrà dare il suo contributo, lasciandolo in oratorio nel pomeriggio, e, poi, con un furgone o qualche mezzo andrò direttamente al confine tra Polonia e Ucraina a consegnare il tutto. Ho già preso contatti con il sacerdote che si trova nel mio paese nativo e con alcune realtà che operano in quelle zone, per lasciare loro il materiale da portare alla popolazione".

Là, dunque, dove ci sono diversi suoi parenti. "Mia sorella e alcuni familiari - conclude - Li sento praticamente ogni giorno: la situazione è di enorme paura, ma allo stesso tempo tra le persone ci sono anche grande forza e coraggio. Ho chiesto, ad esempio, più volte a mia sorella di andare via e venire in Italia, però lei mi ha detto di no, perché non vuole lasciare i figli che sono partiti per combattere. Non posso, mi ripete, devo stare qui, ad aspettarli".

MEDICINE E VIVERI: A MAGNAGO, UNA RACCOLTA PER L'UCRAINA

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