Milano / Malpensa
"No green pass? No, entri"
Volendo riprendere quel vecchio spot e contestualizzandolo ai giorni nostri, verrebbe quasi da dire "No green pass? No entri". E, come spiega qualcuno, si tratta di una decisione, certo e soprattutto per la salute e la sicurezza, però anche per la ripartenza e la salvaguardia dell'economica dopo oltre un anno e mezzo di criticità e difficoltà. Ma è davvero così? Abbiamo voluto provare a fare una sorta di simulazione, per capire che cosa comporta una simile indicazione per ristoratori e gestori di bar, tra le categorie dove, appunto, è richiesta la certificazione verde (vaccinazione o tampone) per accomodarsi ai tavoli al chiuso. Eccoci, allora, in uno dei tanti locali del nostro territorio. Mario, il titolare de 'Il New Coyote Pub' di Arconate, ci accoglie in sala; il tempo, insomma, di scambiare quattro chiacchiere e, poi, si comincia. Vogliamo ipotizzare un pranzo o una cena normale, alla fine, con un numero indicativo di cinque persone, che arrivano e, non avendo, dunque, il 'green pass', non possono essere fatti sedere all'interno. "Dobbiamo mandarli via - spiega - Considerate, infatti, che non tutti hanno spazi all'aperto e, pertanto, capite che la situazione diventa complessa". Bene, torniamo a noi e a quello che abbiamo definito come un esperimento. "Ok - continua - su cinque clienti, bisogna mettere 2 euro di coperto, quindi le pizze (7,50 - 8 euro), il bere (una birra media 5 euro), il caffé 1 euro e altri 3 per l'amaro; senza dimenticare come molti chiedono anche un aperitivo prima (5 euro). Facendo il totale, si arriva a 24 euro a testa che come attività mi trovo a perdere. Ed è una semplice media, in quanto le consumazioni variano". Ma restiamo, comunque, sui 24 euro, il che significa sulle cinque persone dover rinunciare a 124 euro complessivi. "Non è solo questo, però - commenta Mario - E' anche il fatto di trovarci a dover essere dei veri e propri controllori, ruolo che non spetta a noi e che, inevitabilmente, rende ancora più difficoltoso svolgere il nostro lavoro. Ovvio, senza scordarci delle iniziative che già abbiamo messo in campo nei mesi passati (misurazione della febbre, distanziamento, sanificazione, igienizzazione, ecc...). Siamo stati penalizzando per un anno e mezzo e, adesso, ulteriori scelte che coinvolgono sempre e soltanto alcune specifiche categorie. Sperando che davvero servano a qualcosa".
"SU CINQUE PERSONE RESPINTE, 124 EURO PERSI..."
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