Milano / Malpensa
Dal calcio ai domiciliari
Un passato sui campi da calcio, una carriera che, un po' alla volta, stava provando a costruirsi e quel sogno di diventare un giocatore affermato, magari in qualche blasonata squadra di serie A che, purtroppo, oggi non c'è più. No, non è stato cancellato del tutto; è stato solo messo da parte. "Perché a 16 anni non si può mettere la parola fine". Papà Nazareno e mamma Ilaria lo sanno; sanno, certo, che il loro figlio ha sbagliato (mettendosi nei guai con la legge), ma sanno anche che, alla fine, una seconda possibilità non si nega mai a nessuno. E, allora, ecco che non vogliono arrendersi, anzi, con ogni forza possibile, stanno combattendo e continueranno a combattere, per ridargli un presente ed un futuro nuovo e diverso. "Faremo qualsiasi cosa pur di vederlo lontano dalle cattive strade che aveva intrapreso - dicono - E' quello che vogliamo più di qualsiasi altra cosa ed è per questo che ci appelliamo a chiunque lo possa aiutare". Sedici anni, appunto, un talento per il pallone che, fin da quando era piccolo, non era passato inosservato agli occhi degli esperti e che gli aveva permesso di vestire le maglie di squadre del nostro territorio e pure di categorie maggiori, fino ad arrivare all'Arezzo. "Qui stava frequentando anche la scuola da orafo, poi ecco i problemi - continuano i genitori - Amicizie sbagliate e i guai con la giustizia, che l'hanno portato agli arresti domiciliari, dove si trova tutt'ora. Fa male quanto è successo. Stiamo male tutti. Non c'è giorno che non gli ricordiamo che ha sbagliato, perché è la prima cosa che deve capire. Quindi, è fondamentale che si renda conto che ha delle responsabilità verso ciascuno di noi, ma da soli, molto spesso, non è facile". E, allora, in questo senso una mano importante potrebbe dargliela Giampaolo Montesano, ex calciatore che, tra l'altro, ha giocato addirittura con Zico nell'Udinese e che nel 2009 ha fondato la 'Montesano Promotion', società che organizza camp, manifestazioni e tornei, oltre a seguire la gestione tecnica di società calcistiche; lui il mondo del calcio lo conosce, insomma, bene e il ragazzo l'ha seguito parecchio nei suoi trascorsi calcistici. "Se non sarà come giocatore, Giuseppe dovrà recuperarsi per la vita - concludono Nazareno e Ilaria - Vogliamo ringraziare Giampaolo per quanto ha fatto. Su di noi, infine, nostro figlio potrà contare sempre. Oggi, però, è la priorità è che risolva i problemi con la giustizia e che abbandoni definitivamente i brutti percorsi presi".
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