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venerdì 27 dicembre 2024 | ore 04:11

"Pochi euro alla settimana..."

Le nuove povertà che avanzano. La storia di Andrea, nome di fantasia di un uomo di 46 anni che vive nel Magentino e che ha perso il lavoro da un paio di anni.
Sociale - Povertà (Foto internet)

Immaginavamo la povertà come quella di un individuo vestito di stracci seduto a chiedere l'elemosina. Di chi fruga nei cassoni dei rifiuti in cerca di qualcosa. Non è più così. Oggi è povero chi non lo era fino a pochi giorni prima. E cerca di sopravvivere con pochi euro al giorno. Abbassandosi ad accettare compensi da fame pur di portare a casa qualcosa. Andrea, nome di fantasia di un uomo di 46 anni che vive nel Magentino, ha perso il lavoro da un paio di anni. Una situazione simile a quella di tantissime altre persone. Faceva l'operaio in uno stabilimento, ma poi lo hanno lasciato a casa. E non è più riuscito a ricollocarsi, come si dice. Ha provato di tutto, però niente. Ha frequentato un corso per badanti e ha trovato qualcosa. Lavoretti saltuari, ma abbastanza per vivere. Anzi, per sopravvivere. Oggi è impegnato tutte le notti per tenere compagnia ad una donna anziana di Magenta e prende 40 euro alla settimana. Meno di dieci euro a notte per rimanere impegnato dalla sera alla mattina del giorno dopo. Poco più dell'elemosina, ma ad Andrea va bene così perché altrimenti non avrebbe neanche quello stipendio da fame. “Non voglio che esca il messaggio che mi sto lamentando – afferma – anzi, sono contento di andare tutte le sere a tenere compagnia ad una persona sola. Siamo tutti in difficoltà e penso sia giusto aiutarci a vicenda”. La crisi di Andrea non è stata causata dall'emergenza sanitaria. Vero che quest'ultima ha messo in ginocchio tante persone e, come testimoniano le associazioni della carità, non c'è più solo lo straniero proveniente dai paesi poveri a chiedere aiuto per avere il pasto giornaliero. Ma sono aumentati di parecchio gli italiani. La crisi che ha colpito Andrea è antecedente. Esisteva già da prima e il sistema non è stato in grado di aiutarlo, se è vero che dopo due anni di disoccupazione la sua situazione non è cambiata. Si è rivolto ai servizi sociali, ha inviato curriculum ovunque. Non ha una carriera scolastica alle spalle, ha avuto qualche problema, ma ha voglia di fare. Eppure non si è mosso nulla per lui. Assistiamo a slogan del tipo che nessuno deve rimanere indietro. Ma la domanda che ci poniamo è: quanti Andrea ci sono in circolazione? Uomini, non più ragazzi, che tirano a campare per pochi euro al giorno in nero. “E' stata dura rimanere senza lavoro – conclude – avere lo spettro della povertà davanti ai propri occhi. Non sapere cosa ti riserverà il futuro. Ci sono tante persone nella mia stesa situazione e, magari, peggiore. Molti con famiglia da mantenere. Almeno io sono solo e un'occupazione l'ho trovata. Forse non avrò soldi in tasca, ma mi piace quello che faccio ed è abbastanza”.

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