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sabato 28 settembre 2024 | ore 17:23

Lotta alla prostituzione

L'Amministrazione comunale di Arluno, guidata dal sindaco Moreno Agolli, ha deciso di affrontare alla radice il problema della presenza della prostituzione sul territorio.
Territorio - Prostituzione (Foto internet)

Il fenomeno dura da tempo. E ora, per il comune di Arluno si sono raggiunti limiti di insopportabilità. L'Amministrazione comunale del sindaco Moreno Agolli ha deciso, così, di affrontare alla radice il problema della presenza della prostituzione sul territorio. E lo ha fatto constatando quanto essa finisca per creare fortissimi scompensi su due fronti: degrado ambientale e lievitazione del traffico veicolare. Le vie interessate dal provvedimento emesso dal Corpo di Polizia Locale e firmato dal primo cittadino sono numerose: si va dalle Provinciali 34, 147 e 241 alle vie don Sturzo, Castiglioni e Bellini, San Carlo, Baracca, Adua, Alberto da Giussano, Guido Rossa, Pirandello, Lombardia, della Repubblica per non citarne che alcune. In esse, spiega il Comune nell'ordinanza, "E nelle relative pertinenze stradali, parcheggi, marciapiedi, piste ciclabili e aree di sosta di attività commerciali, nelle vie e aree adiacenti a tali strade comprese strade vicinali, sentieri, strade pastorali è fatto divieto a chiunque di fermare il veicolo per contrattare prestazioni sessuali a pagamento". Tutto questo dopo avere constatato che "Nel territorio comunale di Arluno, anche per la presenza del forte traffico veicolare di passaggio, si stia fortemente radicando il fenomeno della prostituzione e che si sono verificati numerosi episodi di degrado sociale". E, soprattutto, la contrattazione tra esercenti la prostituzione e potenziali clienti avviene spesso "di fronte ad abitazioni di privati , ad attività industriali o ad attività commerciali". Episodi che si sono logicamente tradotti in un diluvio di proteste da parte dei cittadini. Per questo, e oltre la ragione etica per la quale, ricorda il comune nell'ordinanza, "il meretricio, pur essendo attività di per sé non proibita dalla legge, è gravemente lesivo della dignità della persona, sia essa uomo o donna, pericoloso per la salute personale e del proprio partner in ragione della diffusione di malattie sessualmente trasmesse", il comune ha deciso di dare un giro di vite. E nella sua valutazione non ha lasciato a margine la considerazione che tali attività costituiscano terreno fertile "per lo sviluppo di situazioni criminose legate allo sfruttamento e alla riduzione in schiavitù, alla tratta di esseri umani, al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina". A coloro a cui venga in mente di infischiarsene del contenuto dell'ordinanza sarà utile sapere che scatterà se individuati una sanzione amministrativa di 200 Euro. La validità dell'ordinanza è stata fissata per il momento dall'amministrazione Agolli fino al 31 dicembre. Potrebbe però essere soggetta a revoca qualora, si legge, "Emergesse un positivo mutamento della situazione di fatto".

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