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giovedì 31 ottobre 2024 | ore 08:57

Un'estate... al mare

La verità è che l'Italia ha voglia di correre, ma il rischio è di tornare al "Milano non si ferma, la Lombardia non si ferma"... che tanti danni hanno provocato.
Salute - Spiagge con pareti in plastica (foto internet)

Per un popolo come quello italico, sfiancato dalla quarantena e dal disordine di norme, decreti, autodichiarazioni, e con ancora poche certezze su come sconfiggere questo terribile virus che ci è letteralmente piombato addosso, ci sono due argomenti che, ora, sovrastano con leggerezza su tutto: il calcio e le vacanze. Se sul primo siamo ancora al 'balletto' dei 'sì,'no', 'forse non ha senso', 'chi ci pagherà le perdite?', se fare ricominciare o meno il campionato; per il secondo abbiamo genialità in abbondanza che nelle ultime ore non perdono occasione per dire la loro.
Perchè, in fondo, sono bastati alcuni giorni, con 'solo' 500 morti al giorno, per far tirare un sospiro di sollievo, non vedendo l'ora di tornare alla socialità persa e riprendendo in mano la vita di tutti i giorni. La confusione politica non aiuta, gli egocentrismi di Ministri, Governatori, Sindaci ancora peggio... e in questa logica in cui ognuno dice la sua, ecco valangate di post di fake news o notizie con attendibilità prossima allo zero.
Perchè la commissione guidata da Vittorio Colao per definire la 'fase 2', come gestione, tempi e attività si è insidiata solo da pochi giorni, ma tutti la sparano più grossa del dovuto. Per cui, spoiler: non credete a niente. Sarà la scienza, quindi la 'task force' di esperti e poi il Governo a definire cosa accadrà. Anche se molto dipenderà da noi...
Ma torniamo al problema 'principale' che ora, in queste belle giornate primaverili, sembra attanagliare tutti: si potrà o no andare al mare quest'estate?
Sul web spuntano idee di ogni tipo... Tra le ipotesi c’è una riapertura differenziata, la sabbia che dovrà essere disinfettata periodicamente, le distanze tra gli ombrelloni che dovranno aumentare, con le aree gioco che dovrebbero rimanere inattive. Alcuni studiano e stanno organizzando strutture in plexigas per dividere gli spazi in spiaggia, altri già studiano ristoranti e bar con la metà delle aree. Insomma, un bel fiorire di ipotesi, alcune suggestive, alcune anche ragionevoli, altre un po' tirate per i capelli. In fondo deve essere fantastico stare in spiaggia tra quattro pareti di plastica con 42 gradi all'ombra...
La verità è che l'Italia ha voglia di correre, ma il rischio è di tornare al "Milano non si ferma, la Lombardia non si ferma"... che tanti danni hanno provocato. Siamo ancora in emergenza e senza prudenza, oggi, e attenzione alle norme degli scienziati, domani, qualunque attività ce la possiamo scordare.

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