Milano / Malpensa
1441 lunghi silenzi...
Fa già impressione solo a leggere il numero totale. Ma, poi, ti soffermi un attimo e, allora, è proprio in quel preciso istante che ti prende un grande e immenso groppo in gola. 1441 persone che, oggi, non ci sono più, volate via per sempre (e il dato, purtroppo, è certamente destinato a salire; il bollettino è del 14 marzo); 1441 uomini o donne, adulti oppure anziani, padri e madri, nonni e nonne, zii e zie, amici e amiche che la difficile e complicata situazione legata al diffondersi del Coronavirus ha strappato all'affetto ed all'amore di familiari, parenti e di chi li ha conosciuti. Se ne parla poco, o meglio lo si fa, appunto, unicamente con quelle 'fredde' cifre che, giorno dopo giorno, ci vengono presentate, però dimenticandoci, il più delle volte, che dietro ad ognuno di loro ci sono storie e vite di gente come siamo ciascuno di noi. Il lavoro, la famiglia, le uscite con i propri cari, i momenti di pausa e relax, le feste, le cene, le passeggiate a piedi o in bicicletta, gli acquisti nei negozi... fino a qualche settimana fa erano la normalità, la routine, la quotidianità, ma d'ora in avanti, purtroppo, per loro non potrà più essere così. Ecco, dunque, perché adesso e più che mai dobbiamo davvero responsabilizzarci; il tempo dei se, dei mai e dei però è finito; serve, insomma, che la smettiamo di lamentarci e di piagnucolare perché non possiamo fare questo e quello e, soprattutto, che cominciamo a rispettare le direttive e le indicazioni che ormai da tempo ci vengono ripetute. Lo dobbiamo a noi stessi, per tornare il prima possibile a riprenderci in mano quanto ci è stato tolto. Ma lo dobbiamo, in modo particolare, per chi, in tutto ciò, ha pagato con il prezzo più alto: la sua stessa vita!
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