Milano / Malpensa
'... In Merica vori andà...'
E' stato presentato ufficialmente lunedì sera, nella cornice di Palazzo Pirelli a Milano, il libro della Pro Loco di Marcallo con Casone (... In Mercia vori andà...'), che racconta il perenne oscillare dei marcallesi di una volta, alla ricerca della felicità e del benessere, in quell’America, che era il grande sogno. Un libro impregnato fin dalle prime pagine del sapore della nostalgia di un figlio che parte, della speranza di un uomo che cerca la svolta, della storia vera di numerose famiglie, che si sono divise alla fine dell’ottocento. Un libro realizzato grazie al lungo e minuzioso lavoro di numerosi volontari, coordinati dalla Pro Loco marcallese, il cui presidente, Felice Castiglioni, nel suo breve intervento, ha voluto rivolgere un appello, al fine che potesse essere compreso a fondo il significato di quest’opera: “Ricordare alle prossime generazioni quello che siamo stati”. Alla presenza dell’assessore all’economia e alla crescita della Regione Lombardia, Massimo Garavaglia, per altro marcallese D.o.c e dell’assessore alle culture, Cappellini, è stato raccontato il processo di costruzione di questo libro. Prima le indagini in comune, poi le interviste porta a porta e infine dei questionari inviati in America, più precisamente a S.Louis, dove si sono stabiliti la maggior parte dei marcallesi che ce l’hanno fatta. Da questi studi è emerso molto forte il legame, che ancora lega i macallesi d’oltreoceano alla loro terra madre, tanto che, si racconta nel libro, è stato creato in America un circolo bocciofilo con il nome della cittadina di Marcallo. Non solo storie positive, però. Emergono chiaramente anche i lati più neri dell’aver dovuto lasciare il proprio paese; vengono analizzate le cause, dall’economia rurale che non garantiva sussistenza, alla diffusione di malattie come la pellagra, e infine vengono narrati i dettagli di un viaggio, che partiva da Magenta, faceva tappa a Parigi e giungeva in America, passando per quell’oceano così grande e così spaventoso per chi, al massimo, si era fermato al Ticino. Insomma un libro e un’occasione da cogliere al volo, per ricordare chi eravamo e costruire chi saremo.
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