Milano / Malpensa
La storia di Sant'Antonio
Oggi 17 gennaio ricordiamo il monaco egiziano che distribuì ogni suo bene ai poveri e che si ritirò all'età di 20 anni nel deserto della Tebaide intraprendendo così una vita ascetica.
Considerato uno dei fondatori del monachesimo occidentale, Sant'Antonio viene identificato come il padre dei monaci, e allo stesso tempo anche come il santo delle tentazioni poichè durante il periodo da eremita nel deserto il diavolo gli è apparso in forme diverse, ma il santo non cedette alle tentazioni.
Come nasce la tradizione dei falò?
Patrono dei contadini e protettore degli animali domestici, nella tradizione popolare il santo è considerato anche patrono del focolare poiché capace di sottomettere fiamme e demoni ed è inoltre ritenuto in grado di guarire dolorosi herpes come ''il fuoco di Sant'Antonio''. Viene rappresentato a fianco di un maiale sia perché il suo grasso veniva usato per curare la malattia che porta il nome del santo, sia perché secondo la leggenda il porcello l'avrebbe aiutato a rubare il fuoco dagli inferi per donarlo al popolo. Tuttavia le origini della festa si intrecciano con usanze pagane, in particolare l'accensione di fuochi risale alla tradizione celtica: nell'antichità, nello stesso periodo dei falò, veniva adorato il dio Lug, divinità protettrice della luce e degli animali come il cinghiale e il maiale.
Nel nostro territorio,in tutto l'ovest milanese, il 17 gennaio viene bruciata la catasta di legna o un fantoccio che rappresenta tutto ciò che vogliamo dimenticare dell'anno passato, ed è simbolicamente pronto a rinascere.
La festa di Sant'Antonio è un evento atteso sia dai più grandi, molto legati a questa tradizione, sia dai più piccoli che si divertono a giocare e rincorrersi intorno al fuoco, riscaldandosi con il suo calore e magari bevendo una cioccolata calda.
Siamo al lavoro per offrire a tutti un’informazione precisa e puntuale attraverso il nostro giornale Logos, da sempre gratuito.
La gratuità del servizio è possibile grazie agli investitori pubblicitari che si affidano alla nostra testata.
Se vuoi comunque lasciare un tuo prezioso contributo scrivi ad amministrazione [at] comunicarefuturo [dot] com
Grazie!
Invia nuovo commento