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giovedì 26 dicembre 2024 | ore 18:50

La 'difesa' di Mario Mantovani

Gli avvocati dell'ex vicepresidente di Regione Lombardia anticipano la linea difensiva.
Arconate - Mantovani lascia il carcere di San Vittore. Ai domiciliari (Foto dalla pagina facebook l'Arconate Migliore)

Sono gli stessi avvocati Guido Calvi e Roberto Lassini a farci pervenire la richiesta di 'giustizia' dell'ex vicepresidente di Regione Lombardia ed ex sindaco di Arconate Mario Mantovani. Un riassunto, 'punto per punto', dei principali capi di imputazione e relative tesi difensive per cercare di fare chiarezza su una vicenda particolarmente delicata che coinvolge molte persone del territorio.
Ecco il testo integrale del comunicato:
o Pur con il dovuto rispetto per un Magistrato giovane e preparato, come è certo il Giudice che condurrà l’udienza preliminare, abbiamo ritenuto, giunti a questo punto, più che maturi i tempi per un processo giusto, oltre che inevitabile ed altresì doveroso per la stessa difesa.
o Questa la vera ragione per la nostra rinuncia all’udienza preliminare che così lascerà anche maggior serenità di giudizio rispetto agli imputati per così dire connessi, doppiamente colpiti dalla vicenda giudiziaria, alcuni per la loro semplice vicinanza professionale a Mantovani, altri per la sola conoscenza.
o Anche in passato è accaduto che la Procura di Milano sbagliasse ed almeno in alcune vicende processuali il Procuratore Capo dei tempi di “mani pulite”, a fronte di sentenze pienamente assolutorie neppure optò per l’appello, riconoscendo gli errori .
o Ci auguriamo che il caso Mantovani non venga condizionato ulteriormente dal pregiudizio e dall’odio dei suoi nemici politici divenuti delatori nel processo, ma si risolva nella valutazione delle prove e della fondatezza delle accuse.
o Abbiamo infatti scoperto come la denuncia che originò l’inchiesta sul sen. Mantovani risalga al marzo 2011 e contenga espressi riferimenti ai noti gazebo e sit in sotto il Tribunale di Milano: vicenda tutta politica, consentita dalle libertà costituzionali, ma che nulla deve avere a che fare con il processo in corso.
o Con il Magistrato della Procura assegnatario del fascicolo e che ha condotto l’inchiesta abbiamo sino ad ora avuto un confronto leale, franco e diretto: allo stesso rivolgiamo un appello a riflettere ancora una volta; siamo ancora in tempo e crediamo che la sua buona fede sia stata strumentalizzata.
o Ciò su cui vorremmo ci si concentrasse, seppur al netto dell’ingiusta privazione della libertà subita e ancora in essere, è la mancanza della prova e, detto in termini più chiari, l’assoluta estraneità di Mantovani ai fatti contestati.

✓ Il primo capo d’imputazione (concussione) individua come perno l’intervento di Mantovani affinché le Amministrazioni comunali ritirassero la propria collaborazione con il Provveditorato alle Opere Pubbliche di Milano: la difesa ha raccolto sul punto una testimonianza decisiva ed inconfutabile in favore di Mantovani.
✓ Per il secondo capo d’imputazione (tentata concussione) non è stata neppure acquisita la testimonianza della presunta parte lesa: ci ha pensato la difesa, rilevandone il pieno scagionamento di Mantovani.
✓ Sul terzo capo d’imputazione (corruzione) riferito all’architetto, abbiamo addirittura appurato che per l’incarico pubblico, legittimamente assegnatogli, detto professionista fu addirittura sottopagato.
✓ Per il quarto capo d’imputazione (turbativa d’asta) riguardante il trasporto dei malati dializzati, lo stesso TAR Lombardia ha attestato la regolarità dell’operato del Direttore Generale dell’ASL 1.
✓ Per Il quinto capo d’imputazione (abuso d’ufficio) avente ad oggetto l’acquisto “Villa Taverna”, attuale sede del Municipio di Arconate, abbiamo acquisito testimonianze che comprovano senza alcun dubbio, come non fu certo a causa di Mantovani che detto immobile non venne acquistato dal Comune di Arconate sin dagli anni 80.
✓ Infine il sesto capo d’imputazione (abuso d’ufficio) riferito alla realizzanda RSA di Arconate, vede la totale assenza di un profitto personale di Mantovani: ciò è anzitutto comprovato dal fatto che l’intervento è interamente in capo ad un’antica Fondazione ambrosiana, sia dal punto di vista formale che soprattutto economico. Il comune di Arconate sbaglia a volersi costituire parte civile nel processo: con documenti alla mano risulta così evidente come alcun danno è stato provocato, bensì rilevanti risultano i benefici economici e sociali in favore della comunità locale".
Avv. Guido Calvi
Avv. Roberto Lassini

Lunedì 07 Marzo 2015

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