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martedì 24 dicembre 2024 | ore 02:44

Il successo di Inverart

Tre giorni di grandi eventi per la rassegna inverunese.
Inveruno - Inverart 2015.20

Si è conclusa anche quest'anno l'edizione di Inverart, confermandosi un nuovo successo. E come potrebbe essere altrimenti? Tantissimi giovani hanno riempito il Padiglione d'Arte Giovane di Inveruno. Uno spazio addobbato e curato nei dettagli, per venire incontro ad ogni esigenza, come il servizio guardaroba. Invece dei soliti locali... ecco una manifestazione capace di riscaldare le serate autunnali. Diverse le persone che hanno organizzato nel fine settimana una cena in compagnia a Inverart, gustando ottime specialità, allietati da musica live di qualità, con la possibilità di ammirare gli originali lavori e le opere esposte. Uno degli appuntamenti di maggiore rilievo proposti quest'anno è stato l'incontro di sabato pomeriggio, 'Boccioni e Ravizza 1911. 1^ Esposizione d'Arte libera'. Paola Signorino, storica dell'Università Bicocca di Milano, ha delineato ai presenti la figura della benefattrice Alessandrina Ravizza, in un periodo in cui Milano si trova in una fase di passaggio e si sta costruendo la classe operaia. Alessandrina capisce sin da subito la necessità della cultura e del sapere e contribuisce alla realizzazione dell'Università Popolare. Cerca un contatto con le donne, prostitute, spesso con figli, malate di sifilide e abbandonate, attraverso lo strumento della bellezza e della cultura, per far acquisire loro le prime capacità professionali. La Ravizza porta la sua esperienza nella strutturazione della Casa di Lavoro, un'esperienza per permettere ai disoccupati di avere un reddito minimo non regalato, ma guadagnato. Fino all'esperimento organizzato nel 1911 da due giovani futuristi, Umberto Boccioni e Carlo Dalmazzo Carrà, insieme al maestro del Liberty Alessandro Mazzucotelli, con Alessandrina Ravizza e lo scrittore Ugo Nebbia. L’idea era quella di organizzare non una delle solite esposizioni d’arte, privilegio di pochi (in mano alla burocrazia, all’accademia e all’affarismo), ma di dar vita alla prima Esposizione d’Arte Libera in Italia (un esperimento analogo si faceva a Parigi con il 'Salon des Indépendants'), aperta a tutti, invitando “quanti intendono affermare qualche cosa di nuovo, lungi da imitazioni e contraffazioni”. All’Esposizione, in alcuni spazi di una fabbrica in disuso, parteciparono circa 400 persone con oltre 800 opere, realizzate da artisti d'avanguardia, ma anche illustratori, decoratori, artigiani, operai. Idee condivise anche dal comune di Inveruno e dalla Cooperativa Raccolto, come ha concluso Francesco Oppi. “Idee di non accademismo, non giuria, non selezione” - e continua - “Inverart è uno di quei luoghi, progetti, che cerca di star fuori da questo meccanismo. Senza premiare nessuno, se non qualcuno dei partecipanti di Inverart, attraverso un riconoscimento del lavoro svolto a 'Dentro Inverart'”. Perchè, come sosteneva Boccioni, “il senso artistico è innato nella natura umana”. Fino a Inverart... che evitando il comune, il convenzionale, attraverso il linguaggio universale delle forme dei colori, permette di rappresentare ciò che la parola difficilmente saprebbe esprimere.

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