Milano / Malpensa
Commercio: quando l'unione è forza
- 16/04/2014 - 16:54
- Turbigo
“Beh, noi abbiamo fatto il nostro dovere, adesso è la politica che deve dare risposte”. “Beh… la politica non può dare sempre delle risposte efficaci, tocca a noi invece continuare a lavorare in prima persona”. La voglia di ricominciare è tutta racchiusa in quel desiderio di tornare a fare rete, di coordinarsi gli uni affianco agli altri con un comitato, un’associazione oppure mettendo in campo una serie di iniziative. Ma, in fondo, dietro alla volontà dei commercianti c’è una serata che è stata molto di più di un semplice incontro. L’occasione per confrontarsi, analizzare, capire ed esporre ciascuno il proprio punto di vista. Insieme e con il gruppo civico “Uniti per una Turbigo da Vivere” (promotori, appunto, di un evento che ha voluto mettere di fronte chi ha un’attività commerciale in paese, possa essere un negozio o un’impresa), perché “Fondamentale – dice Marco Cagelli di UTDV – è che le singole realtà abbiano modo di rapportarsi e dialogare. Abbiamo voluto, quindi, che fossero loro i protagonisti. Turbigo da Vivere è stata unicamente l’organizzatrice dell’incontro, il resto l’hanno fatto i commercianti”. E la risposta è stata davvero positiva: una ventina, infatti, i presenti che si sono soffermati su aspetti e tematiche differenti, ma importantissime per costruire un presente ed un futuro nuovo ed anche per provare a rivivere quei momenti del passato quando il commercio era il “cuore pulsante” della città. “Tanti gli spunti emersi – continua Cagelli – Tante le opinioni raccolte e dalle quali si vuole ripartire. Ognuno ha mostrato ciò che secondo lui andrebbe cambiato e migliorato e ciò che in parallelo funziona, però forse richiederebbe maggiore attenzione e valorizzazione. La lentezza dell’apparato amministrativo, ad esempio; ancora, molto spesso, la mancanza di risposte dagli enti e dagli organi competenti (“Ci dicano se possiamo oppure non possiamo muoverci in un determinato modo, così da poterci regolare – hanno detto alcuni commercianti”), “Come facciamo a sapere se i soldi ci sono o no per eventualmente progettare iniziative e servizi – hanno aggiunto altri – Che si faccia chiarezza, aiutandoci magari a capire meglio il bilancio comunale”; fino alle scelte urbanistiche “Che non sono state chiarite prima – hanno aggiunto – Abbiamo aperto un’attività in un determinato luogo del paese, pensando che potesse essere una risorsa importante, e poi ci siamo ritrovati con delle decisioni che hanno modificato la situazione”. Insomma ognuno ha “detto la sua”, i commercianti hanno la voglia di ricominciare. Noi, nel nostro piccolo, vorremmo proporre nuovamente altre simili serate, perché parlare è fondamentale”.
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