Milano / Malpensa
Il sogno si spegne in finale
- 18/06/2013 - 21:48
- Sport nazionale
La partita è bella e vibrante, con gli spagnoli che, sin da subito, impongono il loro maggior tasso tecnico sugli azzurri, impostando la manovra in stile Barcellona, con un estenuante possesso palla, a cercare la verticalizzazione e il cambio di gioco vincente, a sfruttare l’abilità dei talentuosi esterni e i puntuali inserimenti senza palla dei centrocampisti.
L’Italia vede il suo uomo chiave Verratti, costantemente marcato, faticare a impostare il gioco, con la gran densità del centrocampo spagnolo che limita l’abilità di spinta e inserimento di uomini come Florenzi e Borini, con i soli tentativi degni di nota, che scaturiscono da lanci lunghi dalla difesa, per le punte Immobile e Insigne, apparso decisamente sottotono. Al primo interessante affondo, la Spagna passa: una delle tante stelle madrilene in campo, Morata, va via con facilità sul fondo e mette in mezzo un pallone d’oro, che Alcantara, libero da marcature, insacca agevolmente di testa per l’1 a 0.
L’Italia reagisce con grande orgoglio e trova, poco dopo, la giocata vincente, con un lancio lungo di Bianchetti a pescare Immobile, che controlla e punisce in uscita De Gea, con un pregevole pallonetto che vale l’irrisorio1 a 1.
La Spagna non si scompone e continua a macinare gioco, prima con un’iniziativa di due blau grana: Alcantara, che serve in profondità Morata, che conclude trovando Bardi attento nella risposta, e Coke che, poco dopo, su iniziativa di Montoya da destra, devia di tacco verso la porta, con Bardi, strepitoso nel riflesso.
Eppure, nel momento migliore per gli spagnoli, l’Italia costruisce una grande occasione, su azione fotocopia del gol del pari, con un lancio lungo dalla difesa a pescare questa volta lo scatto di Florenzi, che si libera sul sinistro al tiro e calcia con potenza, anche se troppo centralmente, con De Gea che respinge in qualche modo.
Purtroppo è solo un fuoco di paglia, e la Spagna, nel giro di pochi minuti, colpisce con la sua stella più luminosa, il fantasista del Barcellona Thiago Alcantara, che prima è abile a raccogliere un preciso passaggio che coglie impreparati i mal posizionati centrali azzurri, poi colpisce con potenza, con Bardi che riesce solo a deviare, senza però evitare il 2 a 1, con lo stesso fantasista, che poco dopo, raccoglie i frutti della grande superiorità sulle corsie laterali degli spagnoli, concretizzando un rigore non nitidissimo, attribuito dall’arbitro a Donati, che stende Tello, su uno dei suoi numerosi affondi sulla fascia, per il 3 a 1 che chiude il primo tempo.
La ripresa vede un’Italia generosa alzare notevolmente il proprio baricentro, disponendosi con quattro attaccanti, cercando di riaprire il match: ci prova prima con Insigne, che devia con poca fortuna un morbido cross di Verratti, e poi con Florenzi, che raccoglie una palla sporca su un cross rimpallato, effettuato da Immobile, e calcia con potenza, mancando però lo specchio della porta.
La Spagna, nonostante i tentativi azzurri, resta attenta in difesa ed è devastante, visti gli spazi inevitabilmente lasciati dagli azzurri, nelle ripartenze, sfiora la quarta rete, con Isco che raccoglie un assist di Tello, e di piatto destro, manda fuori per pochi centimetri, con lo stesso Tello, che va vicino al gol con Bardi, abile ad opporsi, anche se nulla può, poco dopo, sul rigore concesso agli avversari, per atterramento di Montoya, con Isco che realizza il 4 a 1 spiazzando Bardi.
A questo punto, il match è virtualmente chiuso, con la Spagna che orchestra il suo tiki taka per addormentare l’incontro, con l’Italia, che non ha però nessuna intenzione di farsi umiliare, mettendoci grinta e impegno e trovando il 4 a 2 con un bel destro di Borini, continuando poi con tenacia, fino all’ultimo, a cercare il gol che avrebbe riacceso la speranze, senza però riuscirci, con l’ultimo tentativo di Borini, fermato da un difensore, per la meritata vittoria spagnola.
La nazionale under 21, esce però a testa alta, venendo sconfitta solo in finale, dopo aver regalato emozioni e soddisfazioni agli italiani, come la strepitosa vittoria in semifinale contro la forte Olanda. Troppo superiore è risultata l’avversaria, dotata di enorme qualità tecnica e di un altissimo numero di talenti, in gran parte militanti in squadre del calibro di Real Madrid o Barcellona, o ad altri top club spagnoli, contro i quali, obiettivamente, c’era ben poco da fare.
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