Milano / Malpensa
Europa League: un posto per tre
- 11/05/2014 - 22:37
- Fuori campo
Si spengono le residue speranze di qualificazione in Europa League per il VERONA che a domicilio non va oltre al 2 a 2 contro l’UDINESE. I padroni di casa si fanno preferire nel primo tempo, giocando una gara all’attacco, con il sempre verde Toni, che, ben sostenuto ai lati da Marquinho e Gomez, mette in costante apprensione la difesa friulana, al pari di Hallfredsson che in mediana da il via a tutte le azioni più pericolose per i suoi, oltre a inserirsi con pericolosità in zona gol. E’ proprio il Verona a passare grazie ad Agostini, che, dopo una bella incursione, finisce steso in area da Allan, con Toni che realizza l’1 a 0 dal dischetto, mentre Hallfredsson raddoppia poco dopo su assist di Gomez Taleb, con un sinistro su cui non è esente da colpe Scuffet. L’Udinese, fino a quel momento pericolosa solo con azioni individuali e tiri da fuori, con Di Natale e Lazzari a provarci, rialza la testa, e spinta dal fosforo e dall’energia del centrocampo, con Pinzi e Pereyra in evidenza al pari di Lazzari dal piede particolarmente caldo, ribalta il risultato, prima con una gemma di destro di Di Natale che, su invito di Pereyra trafigge Rafael, poi è Heurtaux a sfiorare il pari, siglato da Badu, che in zona Cesarini su invito di Lazzari, indovina il destro che si infila nell’angolo, per un Verona che nella ripresa ha avuto il demerito di farsi schiacciare chiudendosi in difesa, per il pari finale.
Convincente affermazione per l’INTER, che si impone per 4 a 1 sulla LAZIO centrando la qualificazione all’Europa League. Inizio col botto, con la Lazio che al secondo minuto è già in vantaggio, con Biava che, su assist di testa di Cana da calcio piazzato, insacca in rete. Palacio replica pochi minuti dopo, trafiggendo Berisha con un impercettibile tocco di destro su illuminante invito di Kovacic. Dopo l’inizio scoppiettante, l’Inter prende le redini dell’incontro, divenendo padrona della mediana, grazie alle grandi prove per qualità e intensità di Hernanes e soprattutto Kovacic, oltre a dominare anche sugli esterni, con Nagatomo che sfonda continuamente, pennellando cross a raffica e sfornando continui pericoli per la retroguardia laziale. Ottimo anche l’apporto degli attaccanti, che oltre a svariare su tutto il fronte, sono freddissimi in zona gol, concretizzando la grande mole di gioco nerazzurra, con Icardi che, su invito ancora di Kovacic, insacca il 2 a 0, replicato tre minuti dopo da Palacio, che, su traversone di Nagatomo, trova le deviazione vincente per il 3 a 1. La Lazio, che fino a quel momento si era retta sulle sole buone iniziative di Onazi in mediana e Keita in avanti, con l’esterno tra i pochi in grado di scaldare le mani di un reattivo Handanovic, prova in tutti i modi a riaprire l’incontro soprattutto con conclusioni da fuori a firma Anderson, ma è strepitoso Handanovic ad opporsi, con l’Inter che regge l’urto, trovando anche gli spazi per colpire nuovamente, per il 4 a 1 finale, con un chirurgico sinistro da fuori di Hernanes.
Pesante sconfitta per il MILAN per 2 a 1 in casa dell’ATALANTA, vedendo così ora appeso a un filo il sogno Europa League. Gara equilibrata, con entrambe le squadre ben disposte in campo, che producono buone trame di gioco, con il possesso di palla che è ben distribuito. Le punte sono molto cercate da ambedue le parti, dalle buone discese dei terzini, con Carmona e De Jong che fungono bene da diga in mezzo al campo. Sono però i bomber protagonisti, vista la giornata non molto positiva dei trequartisti al loro supporto, Kakà e Bonaventura, con alcune pregevoli iniziative personali, che non trovano la via della rete per pochi centimetri. Grande occasione per il Milan con la traversa di Balotelli, ma è nella ripresa che si infiamma il match, prima con l’autorete di Bellini su cross di Muntari, poi con l’ingenuo fallo di Constant che causa il rigore di Carmona, realizzato da Denis, con El Shaarawy che si rivede in buona forma dopo tanto tempo, creando numerosi pericoli con accelerazioni e dribbling sulla fascia sinistra, con Balotelli ancora protagonista, che colpisce il palo con un destro da fuori. Il Milan fatica però a costruire nitide occasioni da rete, subendo il gol beffa al 94esimo, con un magistrale sinistro del neo entrato Brienza su appoggio di Migliaccio, per la vittoria finale atalantina, che complica notevolmente la corsa Europa League per i rossoneri.
Si chiude sull’1 a 1 lo scontro diretto per l’Europa League tra TORINO e PARMA. Partita a scacchi, dal grande agonismo e dalla ferrea concentrazione quella tra le due compagini. Il Parma cerca di sviluppare il gioco sulle corsie esterne, con la velocità di Biabiany e Molinaro, mentre il Toro prova la giocata in contropiede, per gli spunti di Cerci e Immobile. Vista la pressione del Toro sugli esterni, è centralmente che il Parma trova lo spazio per alcune buone giocate grazie a Cassano, che costruisce palloni interessanti per i compagni, con Parolo che esplora anche la soluzione da fuori area, trovando il pronto intervento di Padelli. Il Toro, dal canto suo, prova anch’esso ad affidarsi ai singoli, vista la difficoltà nel ripartire e nell’impostare la manovra, trovando dopo un solo pericoloso tentativo di Cerci fermato da Lucarelli, la rete dell’1 a 0, a causa di un grave errore di Paletta che alleggerisce male per Mirante, costringendo il portiere ad un disperato rinvio sull’accorrente Immobile, che si ritrova la palla sui piedi, e, complice lo scivolone di Lucarelli, insacca il portiere per l’1 a 0. La ripresa vede i gialloblu attaccare a spron battuto nel tentativo di riaprire il match, schiacciando i granata nella loro metà campo, con Cassano ancora in vetrina, con un gran numero sul fondo, e una palla d’oro messa in mezzo, con Marchionni che prova poi a calciare mancando lo specchio, al pari di Acquah. Il Toro non rinuncia però a ripartire, con Immobile che, lanciato da Cerci, costringe Lucarelli al fallo da ultimo uomo, che causa l’espulsione. Sembra la parola fine, invece, il Parma continua ad attaccare con decisione, con il ghanese Acquah ancora protagonista, con una pregevole incursione centrale in area di rigore, su cui interviene fallosamente Glik, causando il rigore calciato da Cassano, con Padelli bravo a respingere, e Biabiany lesto però ad insaccare di destro l’1 a 1. Pochi istanti dopo, il Toro rischia di compromettere ulteriormente l’incontro, con Immobile che si fa espellere per somma di ammonizione causa simulazione, con il Parma che ci prova ancora con più insistenza, su un avversario stanco e costretto a difendersi, che rischia sulla velocità di Biabiany, a fronte di un gran destro di poco alto di Kurtic per il Toro per il palpitate 1 a 1 finale.
Coglie un’inutile vittoria in casa del BOLOGNA il CATANIA, che pur imponendosi su una diretta avversaria, retrocede per i risultati positivi di Chievo Verona e Sassuolo. Gettano il cuore oltre l’ostacolo le due compagini, con il Bologna, sospinto dai 30000 del dall’Ara, tiene in mano il pallio del gioco, cercando di colpire gli avversari soprattutto ai fianchi, con una miriade di traversoni dalle fasce a firma di Morleo e Kone, con Christodoulopoulos (il più positivo dei suoi per qualità e accelerazioni anche corridoi interessanti per Bianchi), anche se la punta è in giornata no e non si fa mai pericoloso. Il Catania, dal canto suo, si copre bene per poi ripartire, con la buona prova di Izco e Rinaudo in mediana nelle due fasi, al pari di Bergessio, Leto e Monzon, spesso pericolosi in contropiede. Nonostante gli assalti bolognesi, con numerosissimi cross dal fondo e l’ottenimento di diversi calci d’angolo, sono gli ospiti a passare con una bella punizione di Monzon, su cui Curci nulla può, vista l’apertura della barriera, con gli assalti bolognesi fermati da uno strepitoso Frison che si popone ad ogni tentativo ospite, che portano alla rete di Morleo su assist di Natali con un pregevole sinistro su cui questa volta nulla può il portiere etneo. Gli ultimi palpitanti minuti, premiano il Catania , che trova una micidiale azione di contropiede finalizzato da Bergessio, su invito di Monzon, per l’inutile vittoria finale.
Festeggia la permanenza in serie A il CHIEVO VERONA che si impone sul campo del CAGLIARI per 1 a 0. Nonostante il risultato, il Chievo ha dovuto sudare notevolmente per avere la meglio su un Cagliari che seppur salvo, gioca una buona gara, mantenendo per larghi tratti il controllo del match, cercando di pungere in avanti, con la velocità di Sau e Ibarbo che faticano però, vista la giornata negativa, a rendersi pericolosi e a trovare la giocata. Il Chievo, complice anche il risultato del Dall’Ara, è invece rinunciatario e contratto, badando soprattutto alla fase difensiva, con il solo Rigoni (puntuale in fase di copertura e preciso in mezzo al campo) a cercare la verticalizzazione per le punte, con i difensori centrali, attentissimi a meritare una nota di merito. Conseguentemente, le occasioni da rete scarseggiano, con un solo pericoloso colpo di testa di Perico da palla inattiva, sventato da un gran riflesso di Agazzi. Le palle inattive premiano invece il Chievo che trova con un colpo di testa di Dainelli, complice lo sfortunato scontro Avramov-Eriksson, la rete dell’1 a 0. Il Cagliari prova la reazione d’orgoglio con una punizione di Tabarelli, sventata da un positivo Agazzi, e con Ibarbo, il cui sinistro termina di un soffio a lato, per la vittoria salvezza per il Chievo Verona.
Conquista i tre punti la FIORENTINA, vittoriosa per 1 a 0 in casa del LIVORNO. I padroni di casa, ormai all’ultima spiaggia, ci provano con poca convinzione, affidandosi ad alcuni buoni spunti di giocate individuali, mentre la viola cerca di colpire quando ne ha l’opportunità, orchestrando un buon palleggio e andando a caccia della giocata vincente, sfruttando la tecnica e qualità dei propri uomini offensivi. La ripresa si apre sulla falsa riga del primo, con gli ospiti che passano poco dopo l’ingresso di Giuseppe Rossi, che triangola magistralmente con Cuadrado nello stretto, con il colombiano che, dopo la prima conclusione deviata, insacca in rete l’incolpevole Anania. Dopo la rete subita, il Livorno prova una reazione d’orgoglio, andando vicino al pareggio con Emerson, che sfrutta un calcio di punizione, ma è bravo Rosati che respinge. Con questa occasione si spengono le speranze per gli amaranto, con la vittoria finale viola dopo un’ultima buona occasione per Cuadrado.
Gara da calcio champagne a Marassi, dove il NAPOLI ha la meglio sulla SAMPDORIA per 5 a 2. Squadre comprensibilmente ricche di seconde linee visti gli obiettivi già raggiunti in classifica. Le difese sono comprensibilmente aperte e larghe, lasciando lo spazio alla festa del gol per gli attaccanti, con il Napoli che, alla fine, a causa anche delle indecisioni del portiere di casa, porta a casa i 3 punti. Alle reti di Zapata e Insigne per i partenopei, prova a replicare Eder per la Samp, anche se le reti di Callejon, Hamsik e la sfortunata autorete di Mustafi, consegnano la vittoria al Napoli, con Wszolek bravo comunque a siglare il 5 a 2 finale con un pregevole sinistro.
Preziosissima vittoria in chiave salvezza per il SASSUOLO, che batte il GENOA per 4 a 2, mostrando grande tenacia in campo, tanto da passare presto in vantaggio per mano di Floro Flores. Nonostante vada poi vicino al raddoppio con Berardi, ecco che il Genoa, pur non avendo molte motivazioni, accorcia le distanze grazie al gol di Calaiò, abile a ribadire in rete il rigore battuto da Gilardino e respinto da Pegolo. Inizio positivo nella ripresa per il Sassuolo, che raddoppia con Biondini, e insaccando di testa sugli sviluppi di un calcio d’angolo, che colpisce di testa. Nonostante Gilardino riporti i suoi sul 2 a 2, il Sassuolo non mostra alcun cedimento, continuando ad attaccare, al punto di chiudere in bellezza per 4 a 2 a firma di Sansone e Floro Flores, che vale la salvezza.
Si chiude a favore della JUVENTUS per 1 a 0 la sfida in casa della ROMA. Partita equilibrata, con i giallorossi che girano bene palla, per poi cercare lo spazio giusto per colpire, con Bastos che ci prova da fuori, ma Storari è attento nell’intervento. Il possesso palla è però sterile, e la Juve, col passare dei minuti, trova in Tevez, e soprattutto in LIorente due armi per aprire spazio agli inserimenti dei centrocampisti, con Asamoah, che su assistenza di LIorente, indirizza fuori da buona posizione. La Roma non sta a guardare e risponde con le devastati accelerazioni di Gervinho sulla fascia sinistra e i buoni fraseggi tra Totti e Destro, con il tiro del primo che termina di poco alto sopra la traversa. Risponde LIorente che sfugge Benatia e impegna Skorupski con un buon sinistro, con lo stesso spagnolo che di testa colpisce troppo centralmente, al pari di Gervinho che spreca una clamorosa occasione, sfuggendo in campo aperto per poi calciare troppo centralmente, con Storari attento nell’intervento. Nella ripresa, il match cala di colpi e di giocate, a causa di numerosi e ripetuti interventi scorretti, soprattutto tra Totti e Chiellini, che incattiviscono l’incontro. La gara vede meno pericoli, scaturiti per lo più dalle corsie esterne, con le continue accelerazioni di Gervinho e le discese di Lichtsteiner. Naingollan comincia a essere un fattore con le sue pericolose incursioni, costringendo Storari a uno strepitoso grande intervento, prima su Naingollan e poi sul successivo tentativo di Florenzi. Gli ultimi minuti vedono il tentativo da fuori di Pogba, con lo stesso che trova un gran corridoio per lo svizzero, il cui cross basso viene insaccato in rete da un preciso destro di Osvaldo a pochi secondi dal fischio finale, per la vittoria juventina.
Tirando le somme, tutto è già deciso nelle prime cinque posizioni, con la Juventus campione d’Italia, che si qualifica per la Champions al pari di Roma e Napoli, mentre una tra Torino, Milan e Parma si giocherà l’ultimo posto per raggiungere la Fiorentina e l’Inter in Europa League. E’ invece matematica la retrocessione per Livorno, Catania e Bologna, mentre brindano alla salvezza Chievo Verona e Sassuolo.
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