Milano / Malpensa
Al 'Binario 21' scorre il nostro ricordo
Il 30 gennaio 1944, dal ‘Binario 21’ della Stazione Centrale di Milano furono deportati 605 ebrei. Tornarono a casa solo in 22. All’alba di una domenica invernale, persone di ogni età (i bambini erano più di 40) e condizione sociale, partirono per ignota destinazione. All’arrivo ad Auschwitz, sette giorni dopo, circa 500 furono selezionate per la morte, gasate e bruciate. Non fu il solo, altri convogli di treni dell’orrore e altri condannati a morte partirono da quel binario. Gli ebrei e i dissidenti politici, dai camion dove erano stati caricati, venivano rinchiusi nei vagoni merci (in origine trasportavano 8 cavalli, ma furono stipati circa un centinaio di persone) e trasferiti nei campi di concentramento disseminati per l’Europa. Per non dimenticare, la città di Milano ha inaugurato il 27 gennaio il ‘Memoriale della Shoah’ al ‘Binario 21’ della Stazione Centrale con una toccante cerimonia d’apertura del principale nucleo del progetto. Un treno merci, identico a quelli che partirono, ci riporta indietro nel tempo, un muro nell’atrio d’ingresso ci fa riflettere, su cui è scolpita l’enorme scritta ‘Indifferenza’, fortemente voluta da Liliana Segre, deportata ad appena 13 anni, sopravvissuta e testimone, che ammonisce: “L’indifferenza è molto più colpevole della violenza”. Il Muro dei Nomi con incisi i 774 nomi di coloro che non sono più tornati (solo 27 ebrei fecero ritorno da Auschwitz-Birkenau) è accanto al Luogo di Riflessione o di preghiera, uno spazio chiuso per raccogliersi, pregare, pensare. E a tratti pare di sentire le urla, le percosse, i latrati dei cani di quei terribili e incancellabili momenti.
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