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venerdì 22 novembre 2024 | ore 13:07

Cori razzisti: Pro Patria - Milan si ferma

Insulti e "buu" ad alcuni giocatori rossoneri: il Milan decide di 'andarsene' dall'amichevole con la Pro Patria. Dobbiamo fermarci a riflettere, ma seriamente.
pro patria milan

La partita amichevole tra la Pro Patria e il Milan finisce al ventiseiesimo del primo tempo con il risultato fermo sullo zero a zero quando il milanista Boateng infastidito per i continui cori razzisti provenienti dal settore ultrà dello stadio scaraventava il pallone contro i tifosi decidendo di chiudere lì la sua gara. Il capitano Ambrosini solidarizzava con il proprio giocatore e in accordo con tutti gli altri atleti si decideva di interrompere la partita per dare un segnale forte ai contestatori... A nulla sono valsi i tentativi della società rossonera per convincere i propri ragazzi a riprendere la sfida. LA CRONACA: I cori erano iniziati fin dal primo minuto della gara ed erano stati dapprima riservati ad El Sharaarawy che, secondo qualche tifoso, su facebook avrebbe mancato di rispetto alla Pro Patria con una dichiarazione pepata nel dopo Udinese - Milan. Successivamente gli insulti sono stati riservati ad altri giocatori di colore milanisti e, in particolare, appunto a Boateng colpito anche negli affetti familiari con offese alla compagna. Da lì la decisione di non riprendere la partita per dare una lezione a questi pseudo tifosi. Nessun dubbio nel condannare quanto accaduto sugli spalti, ma a nostro avviso la situazione poteva e doveva essere gestita diversamente dalla terna arbitrale. Esiste una procedura ben precisa per gestire questi episodi che prevede la richiesta dell'arbitro di invitare i tifosi ad evitare cori razzisti per poi sospendere la gara in caso di recidiva. Questo avviene regolarmente in tutti i campi sui quali si registrano simili fatti, che di fatto ha sempre permesso di terminare la partita in maniera regolare. Tra l'altro, il team manager della Pro Patria Danilo Grassi aveva consigliato alla terna arbitrale di ricorrere a tale invito senza, però, avere nessun tipo di riscontro e ciò riteniamo sia stata una leggerezza del signor Benassi, arbitro del match, che ha di fatto amplificato e reso unico quanto avviene spesso sui campi di calcio. Ripetiamo per chiarezza che l'episodio razzista non ha scusanti o giustificazioni, ma crediamo che quanto è accaduto in seguito penalizzi esageratamente il pubblico e la società bustocca che non è assolutamente peggiore di tante altre. Occorreva buon senso da parte di tutti, dai tifosi ai giocatori, passando per l'arbitro. Preferiremmo sia sempre il direttore di gara ad avere l'ultima parola, mentre in questo caso la gara è stata sospesa da un giocatore che, sebbene ne avesse tutte le ragioni, non ne aveva però il potere. Oggi Busto e i suoi tifosi sono sul libro nero e la stampa nazionale e internazionale la condannerà (giustamente) per l'episodio, ma ci chiediamo cosa sia successo di tanto diverso di quanto accaduto in passato in altre partite e il motivo per cui qui sia finita diversamente. Patron Vavassori ha assicurato che i colpevoli sono stati isolati dalle forze dell'ordine e già si sa che nulla hanno a che vedere con i supporters della Pro Patria, sembrerebbero essere tifosi "anti Milan" che hanno sfruttato l'occasione per insultare i giocatori milanisti confondendosi con i locali.
Il Milan a fine gara ha assicurato che tornerà a Busto per ripetere l'amichevole anche se al momento non ci sono comunicazioni ufficiali a riguardo su possibili date. I 2.853 paganti attendono notizie per capire se quanto speso per un pomeriggio di ordinaria follia possa essere in qualche modo recuperato, di questo vi diremo nei prossimi giorni.

IL CALCIO E' 'ALLA FRUTTA'...
(DI ALESSIO BELLERI) Tanto è, già, stato detto e tanto, sicuramente, si continuerà a dire. Vogliamo, però, aggiungere solamente una frase, semplice nella forma e, in fondo, anche nella sostanza "Il calcio italiano è alla frutta". Ieri pomeriggio Busto doveva essere il palcoscenico di un pomeriggio di pura festa: di fronte due squadre che hanno fatto la storia di questo gioco, la Pro Patria, da una parte, il Milan, dall'altra; invece, sono bastati pochi 'idioti' (perché è il termine più corretto per definirli), perché il calcio, il nostro (è per nostro non intendiamo solamente quello italiano, ma 'nostro' in quanto appassionati e tifosi di questo sport) scrivesse un'altra brutta pagina nella sua lunga storia, putroppo, spesso, costellata di episodi gravi. Non stiamo a guardare se era un'amichevole oppure se sarebbe potuta essere una normalissima gara di campionato, coppa italia o qualsiasi altra manifestazione, l'attenzione va data a quanto accaduto. Non siamo, purtroppo, nuovi a simili episodi, ma tutto ciò non è, certamente, una scusante, anzi deve essere un segnale, l'ennesimo, che qualcosa non funziona nel mondo del calcio italiano. "Basta"... vogliamo gridarlo e non smetteremo mai di farlo. E va bene che, forse, la situazione andava gestita in maniera differente (ci possiamo trovare anche in parte in accordo con ciò), ma se Boateng non avesse preso tale decisione e la gara fosse proseguita, beh... molto probabilmente, adesso, saremmo qui a parlare esclusivamente della partita e quei cori razzisti sarebbero passati in secondo piano. Allora... diciamo "bravi", al numero 10 rossonero per essersene andato dal campo, al capitano Ambrosini per avere richiamato la squadra negli spogliatoi, ed ai singoli atleti del Milan per avere solidarizzato con i compagni presi di mira, chiudendo, ufficialmente, lì la gara. Dobbiamo farci tutti un esame di coscienza, da qui e in avanti... però andava fatto molto prima. Il calcio ieri pomeriggio "se ne è andato", proviamo per una volta ad andarcene tutti quando succedono simili episodi, non solo sui campi, bensì nella vita di ogni giorno.

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