Milano / Malpensa
Un turbighese campione in Kenya
Vi voglio raccontare la storia di un giovane, che con tanta voglia, molte speranze e pochi spiccioli, ha realizzato un sogno per pochi; è la storia di un turbighese che fin da piccolo aveva la passione per la pesca e per le barche; era solito da giovane aggirarsi lungo le sponde del naviglio delle nostre zone, con la speranza che qualche pesce abboccasse, all’epoca era solo una piccola passione, probabilmente anche lui non avrebbe mai pensato che quel piccolo hobby lo avrebbe portato lontano, molto lontano, non solo idealmente ma anche letteralmente, perché si da il caso che è finito in Kenya, su una delle spiagge più belle al mondo e con una piccola imbarcazione artigianale, riesce a vincere la prestigiosa regata di Lamu. Ma per capire questo bisogna tornare indietro a più di 6 anni fa, quando Emanuele Torno (questo il suo nome) conosciuto con il diminutivo di Lele, si è recato in vacanza in Kenya come semplice turista; subito è rimasto affascinato dalla bellezza del mare e dalle coste; per vacanza ci ritornò + volte, fino a quando circa 5 anni fa, volle comperare un’imbarcazione di pescatori non ancora ultimata. Focalizzando Watamu come zona ideale per eseguire i lavori sulla barca, con tanta pazienza e tanti sacrifici dopo quasi 2 anni riesce a completarla, inizia a conoscere il mare, va a pesca e si inventa anche un lavoro, porta in giro i turisti lungo la costa ed organizza la barca anche per la pesca d’altura. La linea stretta e la chiglia leggermente pronunciata, rende il Dhow (questa la classe della barca) facile da manovrare e veloce nelle virate; da qui Lele si riconosce nella sua creazione e assegna il nome alla barca, Pepo Huru (in lingua locale significa “Spirito Libero”). Sebbene mantenere un’imbarcazione di quel tipo sia un notevole sforzo economico, Lele è molto appagato dalle sue scelte tanto da imparare la lingua locale e inizia a crearsi una lista di clienti abituali che lo contattano sia per il pesce che per portare in giro i turisti; tuttavia nell’ultimo anno le cose non vanno molto bene, a causa della crisi economica che colpisce un po’ tutta Europa, il transito dei turisti in Kenya diminuisce e Lele si trova costretto a inventarsi una nuova fonte di guadagno; così dopo vari ripensamenti, decide di partecipare al Festival Culturale di Lamu, dove si terrà la 12° edizione della regata per imbarcazioni Dhow. Lamu è un piccolo paesino, situato su un’isola di un piccolo arcipelago, a largo delle coste nel nord del Kenya, è possibile raggiungerlo solo in barca, nel 2001 è stato iscritto come Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO, e a novembre di ogni anno vi è la celebrazione del Festival Culturale, dove in tre giorni si apre una vetrina di danze tradizionali, mostre di artigianato, gare di asini, poesia Swahili, pittura hennè e gare di Dhow. E’ una grossa scommessa per Lele e la sua imbarcazione è stata studiata per la pesca e non per una regata; ciò nonostante si butta a capofitto in quest’avventura. Parte da Watamu il 12 novembre 2012 e dopo 2 giorni di navigazione senza interruzione, arriva a Lamu, non ha molto tempo, la regata è stata fissata per il 16 e lui ha solo 2 giorni per mettere a punto il suo Dhow. Tra le varie imbarcazioni inscritte alla competizione cè anche Tustiri, un Dhow decisamente più lungo di Pepo Huru e vincitrice delle ultime 5 edizioni; Lele sa che Tustiri è il suo principale avversario e se vuole colmare il divario tra le due imbarcazioni deve prima di tutto montare una vela più grande. Tutto lo staf di Pepo Huru si mette al lavoro e giorno e notte per i 2 giorni successivi, scuciono a mano la vela attuale e ne assemblano una + grande, al termine dei due giorni il risultato è buono e Lele spera di dire la sua in gara. All’alba del giorno della regata, Lele riceve il percorso di navigazione, 9 boe in tutto e la rotta da seguire tutta all’interno della baia di Lamu, la cosa non lo sorprende, in quanto vista l’enorme affluenza di persone, era chiaro che il luogo dove transitavano le barche doveva essere visibile dal porto di Lamu, alle ore 13,30 circa “lo Spirito Libero” si posiziona alla partenza. Il vento soffia a raffiche proveniente dal mare e al calare della bandiera del via le varie ciurme srotolano la vela; Pepo Huru non parte benissimo chiusa tra due imbarcazioni e nel tragitto ad arrivare alla prima boa è un continuo tira e molla con gli altri Dhow, Lele sa che deve contenere eventuali secondi persi in quanto con vento a favore il suo Dhow è più lento degli altri; Tustiri affianca Pepo Huru nel tentativo di rubare la corrente del vento, Lele è costretto a cambiare rotta, questo non porta un grosso vantaggio a Tustiri ma avvantaggia un altro Dhow che al giro della prima boa passa primo. Lele deve inseguire ma sa che Pepo Huru è molto veloce in virata, infatti all’uscita della prima boa passa in testa, alla seconda in suo vantaggio non è molto, ma al passaggio della terza boa accumula 30 secondi, poi la gara si fa più ardua per gli avversari, in quanto le dimensioni delle loro barche non consentono una buona manovrabilità e Pepo Huru al passaggio della quarta boa acquisisce più di 10 minuti; davanti al porto di Lamu dove è stata posizionata l’ultima boa, il vantaggio complessivo di Pepo Huru supera l’ora su Tustiri, che si deve accontentare del secondo posto, la vittoria è netta e completa e gli sforzi sono stati ripagati, tanto che Pepo Huru fissa il nuovo record della regata di Lamu e si impone come primo Dhow di Watamu che trionfa nella regata di Lamu. La baraonda è totale, molta gente ammassata sul porto si getta in acqua e raggiunge a nuoto Pepo Huru, la barca si incrina pericolosamente e uno motoscafo della giuria è costretto a trainare in secca il Dhow ormai al collasso. Lo “Spirito Libero” dopo le congratulazioni della cittadinanza di Lamu rientra a Watamu dove Lele viene portato in corteo per tutta la città e il suo nome viene scritto sugli annuari di Watamu. (DI DAVIDE CONTARIN)
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commento al Campione.
Bravo Lele,non sapevo di avere un parente cosi bravo.In un certo senso ci inorgoglisci tutti.In attesa di tue nuove avventure coraggiose ti mando un abbraccio e un "IN BOCCA AL LUPO".Danilo Tarantola.
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