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venerdì 22 novembre 2024 | ore 03:35

Sant'Antonio e la tradizione dei falò

Il rigido inverno di quest’anno ben si addice ad una delle tradizioni contadine e popolari più note nei nostri paesi. Ma dove nasce la tradizione dei falò per Sant'Antonio?
Eventi - Un falò di Sant'Antonio

"Toni, Toni, Sant'Antoni, ciribibì ciribibò, dèm i legn de fà el falò; el falò l'è giamò faa cunt i legn de l'an passaa..." (datemi legna per fare il falò; il falò è già fatto con la legna dell'anno scorso).
Il rigido inverno di quest’anno ben si addice ad una delle tradizioni contadine e popolari più note nei nostri paesi. Parliamo dei ‘Falò di Sant’Antonio’, una festa religiosa e laica allo stesso tempo, le cui origini si perdono nei racconti della vita di campagna. Ciò che però sicuramente più caratterizza questa ricorrenza è la semplicità con cui la si tramanda, senza essere intaccata dai ritmi o dalle tradizioni moderne. Ma chi è Sant’Antonio Abate? Antonio nacque a Coma in Egitto intorno al 251, figlio di agiati agricoltori cristiani. Rimasto orfano prima dei vent’anni, con un patrimonio da amministrare e una sorella minore cui badare, sentì ben presto di dover seguire l’esortazione evangelica “Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi e dallo ai poveri” (Mt 19,21). Così, distribuiti i beni ai poveri e affidata la sorella ad una comunità femminile, seguì la vita solitaria che già altri anacoreti facevano nei deserti attorno alla sua città, vivendo in preghiera, povertà e castità. Si racconta che ebbe una visione in cui un eremita come lui riempiva la giornata dividendo il tempo tra preghiera e l’intreccio di una corda. Da questo dedusse che, oltre alla preghiera, ci si doveva dedicare a un’attività concreta. Così ispirato condusse da solo una vita ritirata, dove i frutti del suo lavoro gli servivano per procurarsi il cibo e per fare carità. In questi primi anni fu molto tormentato da tentazioni fortissime, dubbi lo assalivano sulla validità di questa vita solitaria. Sant’Antonio fu presto invocato in Occidente come patrono dei macellai e salumai, dei contadini e degli allevatori e come protettore degli animali domestici; fu reputato essere potente taumaturgo capace di guarire malattie terribili. Tutti coloro che hanno a che fare con il fuoco vengono posti sotto la protezione di sant’Antonio, in onore del racconto che vedeva il santo addirittura recarsi all’inferno per contendere al demonio le anime dei peccatori. Sant’Antonio tuttavia è considerato anche il protettore degli animali domestici, tanto da essere solitamente raffigurato con accanto un maiale che reca al collo una campanella. E questa sera, 17 gennaio, in molti campi, oratori, piazze e giardini torneranno ad accendersi i fuochi per rinnovare un culto antico ma ancora suggestivo.

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